sfuggito di mano più di una vol-
ta; managers coraggiosi hanno
puntato su gruppi “diversi” dal
sound mainstream (basta pensare
cosa ha generato l’arrivo su major
dei Sonic Youth... Ha sintetizza-
to molto bene questo concetto il
grande Frank Zappa su un celebre
video, ora su youtube: “ci manca-
no i tempi dei produttori col siga-
ro che non capivano un cazzo di
musica”.
Mi ha sorpreso del vostro disco il
fatto che, benché palesemente se
ne fotta delle mode, riesca a suo-
nare comunque molto “contem-
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poraneo”: come e quanto avete
lavorato al sound?
Sì, siamo lontani dagli stereoti-
pi, odiamo i cliché di genere. Il
nostro sound nasce sotto un im-
peto punk rock’n’roll e noisy che
ci siamo iniettati nel corso degli
anni aggiungendo altri combi mo-
dernizzati di psychedelia acida,
avanguardia rockabilly cercando
di non rimanere troppo scontati
e omaggiamo tutto e tutti in un
ibrido “franchiano”.
Nonostante tutto, avete messo
una canzone di “speranza” a fon-
do disco: come nasce Wake Up?
Qualcuno dirà speranza, altri tri-
stezza. Abbiamo voluto conceder-
ci un angolo di meditazione e di
visione, cercando di emozionare e
far sognare più pacatamente pos-
sibile. Insomma volevamo ipno-
tizzare... in fondo questo pezzo è
la reale stima che abbiamo tra di
noi, trasmessa al mondo intero.
Leggendo le vostre note ho un
po’ paura di farvi questa doman-
da. Ma cazzo, tanto rispondete
per mail, non mi potete mica
prendere a sberle da lontano:
che cosa ne pensate della musica
contemporanea?
Certo è che la produzione di mu-
sica odierna è sterminata ed è dif-
ficile dare un giudizio valido, ma
secondo noi la musica contem-
poranea non esiste, se non come
revivalismo, più forte che nei de-
cenni passati. Proprio per questo
è diventato tutto più settoriale e,
in generale, ognuno si muove in
un ambito di ascolti ben definito.
Per quanto ci riguarda cerchiamo
di ascoltare e ci piacciono band di
vario genere, ma purtroppo ben
poche di quelle contemporanee.
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