reggae band. Dopo che la band si
è sciolta ho ripreso in mano un
vecchio progetto, dedito a riarran-
giare le canzoni che più mi hanno
ispirato in chiave acustica. Con
questo progetto ho cominciato a
suonare per strada in molte piazze
d’Italia: Bologna, Milano, Torino,
la mia città adottiva Treviso... Con
l’inizio dell’attività da busker è
nato anche il primo ep Something’s
happening, primo passo di un
cammino.
Sei partito dalla strada, nel vero
senso della parola. Che cosa ti ha
lasciato questa esperienza?
Questa esperienza (il suonare per
strada) è quella che ogni volta
che si ripete è diversa, magnifica,
e che ogni volta mi fa capire che
sto camminando dalla parte giu-
sta. Amo vedere la gente felice,
che ascolta ciò che ho da dire e se
addirittura riesco a mandargli un
messaggio sono ancora più feli-
ce. Questo mi lascia la strada; alle
volte è addirittura più bello che
suonare su palchi enormi.
Puoi spiegare la scelta di cantare
sia in inglese sia in italiano?
Tutto nasce dal fatto che sono
cresciuto ascoltando artisti come
Stevie Wonder, Aretha Francklin,
Etta James, The Police, Jimi Hen-
drix, Cream, Otis Redding... Na-
turalmente amo anche artisti ita-
liani quali Ivano Fossati, Fabrizio
De André, Paolo Conte, Celen-
tano, Dalla... Ma per la maggiore
son cresciuto con artisti stranieri.
Ogni giorno mi sento ripetere:
“Perché non canti in italiano?” E
io rispon-
do sempre:
“Bella do-
manda”.
Come na-
sce la title
track, So-
mething’s
Happening?
Something’s
happening
perché
qualcosa
è effetti-
vamente
successo.
Questa col-
laborazione
con Alter.
(A.K.A.
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E invece raccontaci come nasce
l’idea di fare la cover di Attenti al
lupo.
Attenti al lupo? Amo Dalla, l’ho
sempre amato. L’aver poi scoperto
che ha studiato nella stessa scuola
dove ho studiato io qua a Treviso,
mi ha dato la marcia in più per
rendergli omaggio con un mio ri-
arrangiamento di quella che è for-
se la sua canzone più conosciuta.
Giovanni Pezzato), amico e super
produttore, mi ha aiutato a mi-
gliorare l’espressione musicale e
testuale della mia musica (è stato
per me un po’ come Quincy Jones
per Michael Jackson). Se vi capi-
tasse di scovare qualche mio lavo-
ro precedente, noterete un abisso
rispetto a quest’ultimo (che è il
primo lavoro del quale vado vera-
mente fiero).
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