TRAKS MAGAZINE TRAKS MAGAZINE 020 | Page 14

reggae band. Dopo che la band si è sciolta ho ripreso in mano un vecchio progetto, dedito a riarran- giare le canzoni che più mi hanno ispirato in chiave acustica. Con questo progetto ho cominciato a suonare per strada in molte piazze d’Italia: Bologna, Milano, Torino, la mia città adottiva Treviso... Con l’inizio dell’attività da busker è nato anche il primo ep Something’s happening, primo passo di un cammino. Sei partito dalla strada, nel vero senso della parola. Che cosa ti ha lasciato questa esperienza? Questa esperienza (il suonare per strada) è quella che ogni volta che si ripete è diversa, magnifica, e che ogni volta mi fa capire che sto camminando dalla parte giu- sta. Amo vedere la gente felice, che ascolta ciò che ho da dire e se addirittura riesco a mandargli un messaggio sono ancora più feli- ce. Questo mi lascia la strada; alle volte è addirittura più bello che suonare su palchi enormi. Puoi spiegare la scelta di cantare sia in inglese sia in italiano? Tutto nasce dal fatto che sono cresciuto ascoltando artisti come Stevie Wonder, Aretha Francklin, Etta James, The Police, Jimi Hen- drix, Cream, Otis Redding... Na- turalmente amo anche artisti ita- liani quali Ivano Fossati, Fabrizio De André, Paolo Conte, Celen- tano, Dalla... Ma per la maggiore son cresciuto con artisti stranieri. Ogni giorno mi sento ripetere: “Perché non canti in italiano?” E io rispon- do sempre: “Bella do- manda”. Come na- sce la title track, So- mething’s Happening? Something’s happening perché qualcosa è effetti- vamente successo. Questa col- laborazione con Alter. (A.K.A. 16 E invece raccontaci come nasce l’idea di fare la cover di Attenti al lupo. Attenti al lupo? Amo Dalla, l’ho sempre amato. L’aver poi scoperto che ha studiato nella stessa scuola dove ho studiato io qua a Treviso, mi ha dato la marcia in più per rendergli omaggio con un mio ri- arrangiamento di quella che è for- se la sua canzone più conosciuta. Giovanni Pezzato), amico e super produttore, mi ha aiutato a mi- gliorare l’espressione musicale e testuale della mia musica (è stato per me un po’ come Quincy Jones per Michael Jackson). Se vi capi- tasse di scovare qualche mio lavo- ro precedente, noterete un abisso rispetto a quest’ultimo (che è il primo lavoro del quale vado vera- mente fiero). 17