TRAKS MAGAZINE TRAKS MAGAZINE 019 | Page 38

di vista descrittivo ma musicale. Ho sentito la necessità di rico- minciare, di ripartire da un’altra me, più consapevole e meno di- pendente da antichi legami. Da qui il bisogno di sperimentare 38 nuove collaborazioni che hanno saputo interpretare questo nuovo bisogno. Diego Brancaccio e Da- vide “Red” Battistelli, che insieme a me hanno curato gli arrangia- menti, sono stati due compagni di viaggio fondamentali. Uno degli aspetti più importanti delle lavo- razioni è stata la campagna #inca- dutalibera su Musicraiser perché mi ha permesso di stringere un legame ancora più forte con il mio pubblico. Perché hai chiamato il tuo disco Risveglio? E risveglio da cosa? Il nuovo disco si chiama Risveglio e vuole comunicare, oltre alla mia urgenza di cambiamento, il bi- sogno di rinascita proprio anche della nostra società. Viviamo in un mondo molto complesso, su- per strutturato e, come individui, abbiamo perso molta fiducia nelle istituzioni e negli esseri umani in generale, siano essi i nostri vicini di casa di sempre o persone venu- te da un altro paese. Molti uomini hanno paura e questo secondo di- sco vuole parlare ai loro cuori, ai loro occhi, per far sì che domani sia davvero più luminoso e corag- 39 gioso. Dal punto di vista sonoro mi sembra che tu abbia cercato di variare il percorso il più possibi- le. Vorrei sapere se questo era il tuo intento e quali dischi ascol- tavi di più durante la scrittura dei brani. Si esattamente, ma non ho seguito una moda piuttosto che un’altra ma soltanto un’urgenza creativa. Le mie canzoni nascono al pia- noforte e questa volta ho voluto mantenere questa essenza, verità. Ho ascoltato in particolare Nic- colò Fabi, Cristina Donà, Yael Naim e un ritorno ai The Doors. Come nasce Rimini e perché l’hai scelta come singolo di presenta- zione? Rimini è il mio ritorno a casa, alla mia città natale per rinascere nuo- vamente dopo aver viaggiato lon- tano e dopo essermi persa per la paura di non essere accettata. Ho voluto presentare questo nuovo lavoro proprio ripartendo da qui, perché in fondo si parte sempre per ritornare, cambiati, diversi però più autentici a ciò che sentia- mo di appartenere.