tura della musica minimalista, in
cui vengono progettate variazioni
in riferimento alle ripetizioni. Al-
cuni brani di Normale sono ba-
sati più precisamente sul cut-up
inventato da William Burroughs
(vedi per esempio il cortometrag-
gio The Cut ups del 1966 dove
questo metodo viene applicato sia
al montaggio visivo che a quel-
lo sonoro). Mi piace che le paro-
le possano essere utilizzate come
suoni e strutture, al di là della loro
intellegibilità e comprensione.
Per il progetto parallelo The Ox
sto utilizzando spesso anche voci
narranti inglesi generate da un
software ‘text-to-speech’.
Lavori spesso in duo: che dina-
miche si formano all’interno del-
la collaborazione con altri per
una ricerca sonora che talvolta,
almeno da fuori, può sembrare
un po’ “autistica”?
Lavoro in duo con il progetto
Kinothon (un set di improvvi-
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sazione visuale e sonora), poi ci
sono Istituto No (con un chitar-
rista), Siddhi/cc (con un amico,
musica elettroacustica) e Pragma
(con una cantante e studiosa della
voce, stavolta utilizzo un violon-
cello, microfoni a contatto e altri
strumenti a corda). Viene speri-
mentata ogni volta soprattutto la
relazione e l’interplay con un’altra
persona e questa è una grandis-
sima opportunità in un periodo
contraddistinto dalla difficoltà di
“ascolto” dell’altro da noi. Con The
Ox, infine, sto scoprendo quanto
spazio può esserci tra la cosiddet-
ta intelligent dance music e la mu-
sica “sperimentale”; Il cd è appena
uscito, autoprodotto, e si chiama
infatti “Dance that noise”.
Sono curioso di sapere com’è la
resa dal vivo della tua musica:
che cosa si può aspettare chi vie-
ne a vederti dal vivo?
Bella domanda. In genere gli spet-
tatori di musiche estreme o di ri-
cerca attendono di essere annichi-
liti da muri di suono o addirittura
un’esperienza punitiva! E del resto
sappiamo che alcuni musicisti non
sono molto interessati al pubblico.
Per me è diverso, gli ascoltatori di
fatto completano l’opera sonora e
sperimentare secondo me implica
sempre la ricerca di una relazione
(magari controversa) con chi ci
ascolta e ci vede… Dal vivo suono
di solito tastiere modificate e bat-
terie elettroniche proprio perché
trovo divertente fare coesistere un
sistema imprevedibile con uno as-
solutamente prevedibile. E’ tutto!
[email protected]
www.scuolafuorinorma.it
https://canecapovolto.bandcamp.
com/
https://vimeo.com/canecapovolto
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