TRAKS MAGAZINE TRAKS MAGAZINE 019 | Page 26

tura della musica minimalista, in cui vengono progettate variazioni in riferimento alle ripetizioni. Al- cuni brani di Normale sono ba- sati più precisamente sul cut-up inventato da William Burroughs (vedi per esempio il cortometrag- gio The Cut ups del 1966 dove questo metodo viene applicato sia al montaggio visivo che a quel- lo sonoro). Mi piace che le paro- le possano essere utilizzate come suoni e strutture, al di là della loro intellegibilità e comprensione. Per il progetto parallelo The Ox sto utilizzando spesso anche voci narranti inglesi generate da un software ‘text-to-speech’. Lavori spesso in duo: che dina- miche si formano all’interno del- la collaborazione con altri per una ricerca sonora che talvolta, almeno da fuori, può sembrare un po’ “autistica”? Lavoro in duo con il progetto Kinothon (un set di improvvi- 26 sazione visuale e sonora), poi ci sono Istituto No (con un chitar- rista), Siddhi/cc (con un amico, musica elettroacustica) e Pragma (con una cantante e studiosa della voce, stavolta utilizzo un violon- cello, microfoni a contatto e altri strumenti a corda). Viene speri- mentata ogni volta soprattutto la relazione e l’interplay con un’altra persona e questa è una grandis- sima opportunità in un periodo contraddistinto dalla difficoltà di “ascolto” dell’altro da noi. Con The Ox, infine, sto scoprendo quanto spazio può esserci tra la cosiddet- ta intelligent dance music e la mu- sica “sperimentale”; Il cd è appena uscito, autoprodotto, e si chiama infatti “Dance that noise”. Sono curioso di sapere com’è la resa dal vivo della tua musica: che cosa si può aspettare chi vie- ne a vederti dal vivo? Bella domanda. In genere gli spet- tatori di musiche estreme o di ri- cerca attendono di essere annichi- liti da muri di suono o addirittura un’esperienza punitiva! E del resto sappiamo che alcuni musicisti non sono molto interessati al pubblico. Per me è diverso, gli ascoltatori di fatto completano l’opera sonora e sperimentare secondo me implica sempre la ricerca di una relazione (magari controversa) con chi ci ascolta e ci vede… Dal vivo suono di solito tastiere modificate e bat- terie elettroniche proprio perché trovo divertente fare coesistere un sistema imprevedibile con uno as- solutamente prevedibile. E’ tutto! [email protected] www.scuolafuorinorma.it https://canecapovolto.bandcamp. com/ https://vimeo.com/canecapovolto 27