TRAKS MAGAZINE TRAKS MAGAZINE 019 | Page 22

MICO ARGIRO’ Con un rimando diretto a Fabrizio De André, il cantautore lancia “Un altro giugno 73”, singolo “stand-alone” dalla storia molto significativa Ho letto che questa canzone è nata in modo diverso dalle altre tue: puoi raccontarne la genesi? Questa canzone è nata come uno di quei tanti fogli vuoti sui quali appunti una strofa e non sai anda- re avanti, quelli che scrivono mi capiranno meglio… la strofa par- lava di questo istante di bellezza e del mio non volere, con questa ragazza, Un altro Giugno ’73 (che è un pezzo di De André che par- la di due che si lasciano). Poi, un annetto dopo, ho scritto un’altra strofa, nel frattempo erano cam- biate cose, luoghi… e quando, dopo anni, la storia era finita ho capito che su quel foglio manca- va proprio la strofa di chiusura. Io, in genere, scrivo le canzoni abbastanza di getto, poi le rive- do per lunghi periodi, ma la fase di scrittura vera e propria dura poco, questa è diversa perché è un sincero “in progress”; l’ho scritta mentre le cose nascevano, mentre cambiavano e quando erano finite. Ci puoi raccontare del video? Il video, regia di Ciro Rusciano, sviluppa una mia idea abbastan- 22 simili in futuro? Da tanto tempo ormai mi occu- po di musiche per il teatro e ho avuto il piacere di partecipare a spettacoli molto diversi ai quali ho dovuto adattare la mia musi- ca e le mie sperimentazioni. “Io non mi rassegno – Un storia d’amore” è un’esperienza molto bella, che ha avuto già un gran- de riscontro e che continuerà a fare la sua strada nei prossimi tempi; nasce dalla penna e dal- la capacità attoriale di Salvatore Riggi, attore siciliano dell’Ac- cademia Internazionale di tea- tro di Roma, e racconta di una figura importante della nostra contemporaneità. Io ho compo- sto una serie di musiche che ben si adattavano al testo e sottoli- neavano l’idea centrale di una Bellezza che può salvare dalla rassegnazione. Con me c’era- no due grandi musicisti, Letizia Bavoso al flauto e Giampietro Marra alle percussioni (che fan- no parte anche della squadra di Un altro Giugno 73) e con i qua- li abbiamo diviso bei momenti su e giù per l’Italia. za simbolica dove la fase bella del rapporto vede due bambini in scena, la fase più matura vede il bambino diventare adulto e la fase finale si tinge di assenza e sospen- sione. Il luogo anche è un simbo- lo: una stazione dei treni abban- donata, che si ricollega a Saltare, canzone del mio precedente al- bum. È stato bello girare questo video con dei ragazzini (Emilio e Cristina Marrocco), tra l’altro bra- vissimi, e, come sempre, farlo in terra cilentana. Il tuo ultimo lavoro Vorrei che morissi d’arte ha qualche mese… Stai già lavorando a un disco nuovo? Sto lavorando a tante cose nuove, molto varie e diverse, ma non ho in progetto un album nell’imme- diato. Ci tenevo a far uscire questa canzone da sola, perché racconta una storia personale e perché ha una funzione catartica per me e la mia vita, che in questi anni ne ha viste tante. Nel 2017 hai composto le musi- che per lo spettacolo su Peppino Impastato: che tipo di esperien- za è stata? Pensi che ne rifarai di 23