to al suono dell’album e comun-
que al progetto?
Alessandro ha donato al disco il
suo tocco fiabesco e fuori dal tem-
po. Una persona di un umanità
ed empatia fuori dal comune. Dal
lato tecnico ha aggiunto archi,
pianoforte, synth e tutto quello
che gli capitava sotto mano nel
suo studio Rudere, una fucina di
creatività e accuratezza tecnica.
Ma la cosa più interessante che
ha lavorato molto di sottrazione,
alleggerendo dove c’era bisogno
senza snaturare il nostro suono.
Il disco ha scarsissimo rispetto
per le distinzioni fra i generi, per
non dire nessuno. Vorrei sapere
qual è il vostro processo di lavo-
razione visto che nel disco una
canzone punk si trova accanto a
una melodica, per poi passare a
una quasi psichedelica e via di-
scorrendo…
Lo facciamo per destabilizzare i
critici musicali ehehe. A parte gli
scherzi, da sempre abbiamo cerca-
to di giocare con i generi. Abbia-
mo gusti molto diversi e cerchia-
mo di “vestire” un brano che si
porta in studio, come sembra ren-
da meglio, o perché semplicemen-
te quel giorno eravamo più incaz-
zati di altri. In verità il lavoro su
Universo n. 6 è stato quello dove
si è cercato di essere più aderenti
all’idea uscita dal provino acusti-
co. Poi, va be’, ogni tanto ci faccia-
mo prendere la mano.
Mi sembra che il brano “Spetta-
colare” abbia una genesi che me-
rita di essere raccontata…
Spettacolare è nata in un attimo,
distrattamente. Ricordo soltanto
che mi sono detto, non ho quasi
mai scritto un verso che non con-
tenga una nota d’ombra, di livore.
Ed è arrivata la prima ballata ro-
mantica del progetto, solare, diret-
ta e senza bava alla bocca... A ria-
scoltarla ora, mi sembra più punk
di quelle incazzate.
Avete sviluppato una notevole
esperienza dal vivo, anche viste
le band che avete affiancato. Ave-
te in mente qualcosa di partico-
lare per il tour di promozione
del disco?
Il set sarà simile ai tour preceden-
ti, forse con più spazio a parti di
relativa calma. Per il resto la solita
e sana violenza.
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