tutto nasca in modo molto spon-
taneo - ovviamente ponderato e
valutato attentamente nel tempo,
ma considero questa la parte più
divertente di ogni processo creati-
vo - quando risponde a un’urgen-
za interiore che ti spinge a scri-
vere. Diversamente sarebbe come
realizzare canzoni su commissio-
ne, e in questo avrei enormi diffi-
coltà.
Qual è l’attualità oggi di ciò che
racconta un libro uscito nel ’74 a
proposito della seconda guerra
mondiale, e di riflesso delle vi-
cende narrate nel tuo disco?
Le vicende sono ambientate du-
rante la seconda guerra mondiale
e nell’immediato dopoguerra, ma
i suoi protagonisti hanno la carat-
teristica di essere figure universali
valide in ogni epoca: i drop out,
i deprivati di benessere, ogni in-
dividuo sofferente ed emarginato
dalla nascita. Ci sono purtroppo
ancora validi esempi nell’attualità
che stiamo vivendo. Detto questo,
credo ci siano sempre più ragioni
per ricordare pagine importanti
della nostra storia. Ricordare, per
esempio, che la Democrazia in
MARCO CANTINI
un’urgenza interiore
Un disco che nasce da un libro: non è la prima volta per il cantautore, che
ora si cimenta con un “monumento” della letteratura come “La Storia”, di
Elsa Morante, nelle canzoni de “La febbre incendiaria”
Come ti è venuta l’idea e soprat-
tutto quanto è difficile scrivere
un disco a partire da un libro, e
da un libro importante come “La
Storia”, di Elsa Morante?
È un lavoro sviluppato nell’arco di
4
un anno, dopo l’uscita di Siamo
noi quelli che aspettavamo. Certa-
mente influenzato dai grandi can-
tautori che ho ascoltato una vita
e che hanno sempre attinto dalla
letteratura. Sulla difficoltà nella
realizzazione del disco, credo che
5