che ho scritto da più tempo parec-
chi anni fa, altri invece sono più
recenti. Spesso rimangono scritti
lì per poi essere ripresi quando
sarà il momento, quando magari
si è concluso un ciclo.
Il tuo non è l’unico album con-
temporaneo influenzato da sen-
sazioni “cosmiche”: posto che
non è più epoca di grande popo-
larità delle esplorazioni spaziali,
a che cosa è dovuta tutta questa
voglia di fuga verso le stelle?
Le stelle e l’universo sono l’em-
blema dei Sogni dell’essere sospe-
so, della libertà o forse della fuga
come tu ben dici o comunque
della scoperta. Non posso dirti
perché molti siano influenzati da
questo, però sono sicura che in
questo momento storico abbiamo
tanto bisogno di sognare, di eva-
dere, di andare in un posto dove
non ci siano pregiudizi, dove tutto
è possibile! L’ignoto affascina sem-
pre e questo posto così bello e ir-
raggiungibile è un po’ l’idea dell’a-
more più puro… E’ tutto
così incerto che tutto lì sembra
possibile...
Sono incuriosito dal titolo del
disco e dalla canzone omonima:
vorrei sapere da che tipo di ispi-
razioni nascono l’uno e l’altra.
Ho scelto di chiamare così l’album
perché è stata la prima canzone
che ho deciso di scrivere volonta-
riamente. Nel momento in cui la
scrivevo non era solo un “buttare
giù degli accordi, un’idea fine a
se”, lei doveva essere una canzone,
un inizio di un percorso. Questo
pezzo è proprio la nascita di Dia-
na, una notte di novembre iniziai
a scrivere di botto questo testo e
questi accordi accompagnati da
un riverbero che risuonava nelle
mie cuffie, in quel momento ho
deciso che stavolta dovevo essere
io a raccontare senza filtri né pau-
re. Avevo raggiunto questa matu-
rità. Quando si soffre per qualcosa
non riesci a “costruire” la notte,
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non riesci a mettere insieme i pez-
zi della mente, non riesci a dormi-
re, se c’è una cosa che ti fa soffrire.
La notte è per me un momento
fondamentale, perché si tirano
le fila della giornata, si svuota la
mente e inizi a pensare. Di notte si
dice sempre la verità.
Tre nomi di artiste senza le quali
non saresti qui ora a parlare del
tuo nuovo disco.
Dato che mi parli di artiste donne
posso dirti dei nomi di artiste sen-
za le quali non avrei imbracciato
la chitarra e imparato a suonare.
PJ Harvey, Janis Joplin e come
nostrane Carmen Consoli. Ti
rispondo così di botto perché
tra due minuti mi verranno in
mente cento nomi e mi mangerò
le mani ahahah. Solitamente
quando compongo non ascolto
musica di proposito per evitare
influenze, ma sicuramente un’ar-
tista donna che mi ha fatto ap-
passionare all’elettronica è
Grimes.
Fabio Alcini
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