alla doppia faccia di una stessa
medaglia. Lei è la parte di me che
preferisco, difficilmente saprebbe
rivelarsi in altro modo se non con
la musica. Ho scelto questo nome
anche perché può accostarsi a tan-
ti significati come tu ben scrivevi.
La luna è sicuramente una fonte
inesauribile di ispirazione, com-
pongo quasi sempre di notte, ma-
gari con un bel bicchiere di vino
accanto.
Racconti che pubblicare questo
disco è stato un prevalere dell’e-
sigenza di rendere noti i brani,
rispetto a quella di tenerli nasco-
sti… Da quanto tempo li serbavi
e quanto è durata questa batta-
glia interna?
È la battaglia interiore più difficile
che io abbia mai combattuto e cre-
do che durerà per sempre. I brani
sono per la maggior parte storie
di vita vissuta e questo “raccon-
tare” al mondo ciò che si è, senza
filtri, svelando le proprie debolez-
ze, raccontare dei propri dolori e
delle proprie emozioni non è mai
facile. In realtà è un po’ la mia te-
rapia. L’essere onesti con se stessi
non è mai semplice. Ci sono brani
DIANA
la battaglia interiore più difficile
Roberta Arena assume un alias divino e lunare, e pubblica nove canzo-
ni elettroniche e lunari, per mezzo delle quali pubblica “And You Can’t
Build The Night”
nasce il progetto che le sta alle
spalle?
Sicuramente non ho scelto il
nome di Diana perché è la dea
Diana, dea della caccia, della
luna (e della morte improvvisa,
ma comunque…): come nasce la
scelta del tuo nome d’arte e come
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della morte improvvisa ahahah,
anzi è proprio lei a darmi lin-
fa vitale! Diana è il mio secondo
nome, e quindi l’accosto sempre
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