TRAKS MAGAZINE TRAKS MAGAZINE 014 ITA | Page 28

classica e non solo. Il felice imprinting ricevuto da piccola credo abbia influito sul mio rapporto con la musica e il pianoforte. Da grande, il gioco si è trasformato in ricerca e sperimentazione e non ho mai perso quel punto di vista legato al gioco. Compongo il più delle volte direttamente al pianoforte, trovando in esso il rispecchiamento del mio pensiero, che sviluppo seguendo una fantasticheria iniziale. In alcuni casi faccio risuonare le corde del pianoforte insieme ad altri oggetti poggiati sopra.... piccole cose che vado via via cercando nelle mie cosiddette“ camminate musicali”. I titoli delle composizioni lasciano trasparire una certa materialità: da dove nasce questa“ voglia di materia”? Credo di averti risposto parlandoti delle mie camminate e quindi della mia abitudine di cercare oggetti che inserisco nelle corde. Questi oggetti infondo perdono la loro funzione originale e diventano materia sonora e vibrante. Siamo fat- ti di impronte, ossa, sangue... forse anche di stelle e pietre lunari... in un continuo rapporto sinestetico, empatico, risonante. Come nascono le collaborazioni con Gabin Dabirè ed Elaine Trigiani? Parlando di camminate musicali... diciamo che ho avuto la fortuna di incontrare Gabin Dabiré ed Elaine Trigiani. La voce di Elaine possiede un’ inflessione che corrisponde al suono che avevo in testa quando ho scritto il testo di Rolling. Gabin Dabirè l’ ho conosciuto grazie ad Aldo Coppola. Una felice collaborazione con un grande artista; voce e pianoforte sintetizzati in un unico timbro. Nei brani interpretati da Dabirè è evidente il legame timbrico che si è creato. La formula di questo legame è nella sintesi tra la voce africana di Gabin e la voce del mio pianoforte. Questa nuova formula ha dato il“ La” per avviare una collaborazione più ampia con un primo concerto a Roma.

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