classica e non solo . Il felice imprinting ricevuto da piccola credo abbia influito sul mio rapporto con la musica e il pianoforte . Da grande , il gioco si è trasformato in ricerca e sperimentazione e non ho mai perso quel punto di vista legato al gioco . Compongo il più delle volte direttamente al pianoforte , trovando in esso il rispecchiamento del mio pensiero , che sviluppo seguendo una fantasticheria iniziale . In alcuni casi faccio risuonare le corde del pianoforte insieme ad altri oggetti poggiati sopra .... piccole cose che vado via via cercando nelle mie cosiddette “ camminate musicali ”. I titoli delle composizioni lasciano trasparire una certa materialità : da dove nasce questa “ voglia di materia ”? Credo di averti risposto parlandoti delle mie camminate e quindi della mia abitudine di cercare oggetti che inserisco nelle corde . Questi oggetti infondo perdono la loro funzione originale e diventano materia sonora e vibrante . Siamo fat- ti di impronte , ossa , sangue ... forse anche di stelle e pietre lunari ... in un continuo rapporto sinestetico , empatico , risonante . Come nascono le collaborazioni con Gabin Dabirè ed Elaine Trigiani ? Parlando di camminate musicali ... diciamo che ho avuto la fortuna di incontrare Gabin Dabiré ed Elaine Trigiani . La voce di Elaine possiede un ’ inflessione che corrisponde al suono che avevo in testa quando ho scritto il testo di Rolling . Gabin Dabirè l ’ ho conosciuto grazie ad Aldo Coppola . Una felice collaborazione con un grande artista ; voce e pianoforte sintetizzati in un unico timbro . Nei brani interpretati da Dabirè è evidente il legame timbrico che si è creato . La formula di questo legame è nella sintesi tra la voce africana di Gabin e la voce del mio pianoforte . Questa nuova formula ha dato il “ La ” per avviare una collaborazione più ampia con un primo concerto a Roma .