intervista
Ginez e il bulbo
della ventola
Qual’è la storia della band?
La storia della nostra band, credo
che sia un po’ la storia di tutte le
band, rispondendo io, come Ginez
a questa domanda, posso raccon-
tarne il mio pezzetto. Un giorno
finii in ospedale, terapia intensiva,
quando uscii cominciai a scrivere
delle canzoni. Decisi di farlo per-
ché penso che fosse quello che da
sempre stimolava la mia esistenza,
ma visto che ho avuto sempre una
vita piuttosto piena, non avevo mai
dedicato tempo a questo desiderio
latente. Forse l’avvicinarsi al fatto
che la vita poteva andarsene, mi ha
spinto a farlo. Da quel momento,
la canzone, che prima per me fu
terapia come ascoltatore, divenne
terapia come compositore. Da lì in
poi, il fatto di avere una band al
mio fianco, che potesse compren-
dere e apprezzare tutte le stronzate
che stavo scrivendo, fu necessario
e con Dani, Roby e Fabio, ho tro-
vato le persone perfette per poter
cominciare il nostro “bulbico viag-
gio”.
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Con quali premesse nascono
sensazioni e idee di “canzoni,
bottiglie e altre battaglie”?
“canzoni bottiglie e altre battaglie”, na-
sce fondamentalmente come una
raccolta, non solo di canzoni scrit-
te e suonate, ma come il luogo
dove depositare un convulso ba-
gaglio esistenziale, dove mettere
insieme tanti tasselli che compon-
gono vite e emozioni, che sono tra-
smesse nelle storie che queste can-
zoni narrano.
Nel disco si respira un’atmosfe-
ra di rimpianto, salsedine, taver-
ne, cuori infranti e alcool. Tutta
vita vera o c’è del romanzato?
Penso che questa domanda, do-
vrebbe essere fatta a chi ci conosce
veramente, o comunque a chi ha
condiviso insieme a me, alcune sta-
gioni della vita. Credo che le can-
zoni non descrivano sempre la ve-
rità, ma credo che sempre la verità
sia scritta in una canzone, chi ascol-
ta lo sa, non si può mascherare. Il
rimpianto ci accompagna e ci acco-
muna, la salsedine l’abbiamo ad-
dosso, siamo nati e cresciuti davan-
ti al mare, le taverne
ci hanno dissetato di
sogni, i cuori infranti ci
hanno reso forti e l’alcool
ci
ha conservato vivi fino a oggi.
Che cosa si deve aspettare chi vi
viene a vedere dal vivo?
Chi ci viene ad ascoltare dal vivo
non si deve aspettare nulla, può
scegliere se sedersi ad un tavolo o
davanti al bancone, oppure stare in
piedi, non importa, la cosa impor-
tante e che non gli manchi da bere
e che si lasci andare, tutto il resto
proviamo a farlo noi.
Avete nuovi progetti in cantiere?
Il disco è uscito da un anno, ma è
secondo noi un lavoro che deve es-
sere ascoltato, e lo stiamo promuo-
vendo più adesso di quando è usci-
to. Sinceramente, ora, quello che ci
interessa di più, è occuparci intera-
mente ai live, quindi il tempo che
abbiamo a disposizione cerchiamo
di dedicarlo ai concerti. Evidente-
mente stiamo già lavorando a pezzi
nuovi. Dico evidentemente perché
alcuni brani nuovi, stiamo già suo-
nandoli dal vivo.
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