TRAKS MAGAZINE TRAKS MAGAZINE 014 ITA | Page 22

recensione Calcutta Tutti parlano di Calcutta. C’è una specie di curiosità morbosa verso questo ragazzo di Latina, la neces- sità di avere per forza un’opinione sulle nuove canzoni, sul tour più surreale di sempre (sono previste due date, una allo Stadio di Lati- na e una all’Arena di Verona), sul nonsense applicato con dedizione ragionata. Eppure. Da Mainstream a Evergreen il passaggio è come una gita in montagna, quando cam- mini per tanto tempo su una strada sterrata e all’improvviso riprende l’asfalto. Si fa fatica lì per lì ad abi- tuare le gambe al sentiero di tipo diverso, poi si prosegue e diventa la nuova normalità. Mentre con Main- stream si aprivano le porte a quello che ancora non aveva un genere di riferimento e degli artisti da poter collocare a fianco di Calcutta, ora le fila dell’indie, se ancora così pos- siamo definirlo, sono ben tornite, quasi più affollate di quelle più tra- dizionali e rassicuranti, e le mezze frasi mescolate a melodie in cui la presa di posizione non è sempre scontata non spaventano più, si lasciano semplicemente ascoltare. 22 Inutile la critica, inutili gli schiera- menti: Evergreen è un lavoro ben pensato, ben scritto e ben riuscito, e se non piace si può solo dar la colpa, se di colpa si può parlare, al proprio gusto. Come da che mon- do è mondo è giusto che sia. Calcutta traccia per traccia Non è vero che mai ti mancherà il mio sguardo da lontano e le luci di città Briciole è una traccia quasi inte- ramente piano e voce, un’intro ri- spettosa e rispettabile come ogni prima traccia dovrebbe essere. Il rischio di fidarsi di parole d’amore da prendere con coscienziosa catti- va fede. Poi da me non vieni mai / che poi da te non è Versailles Scelta per lanciare il disco, Parace- tamolo è la canzone che definirei “paracula”, se paracula fosse un termine da poter usare in una re- censione. La frase di apertura che somma i principi attivi delle com- presse di Tachipirina ha fatto il giro dei meme in minor tempo di quelli che sono stati inventati per il caso Mattarella/Savona, e l’obiet- tivo è stato raggiunto. Un singolo orecchia- bile, scemo il giusto, ma non così scemo come vuol sembrare. Anche qui si parla di amore, di che altro vuoi parlare. Battiti che si sommano al contenu- to delle pastiglie. Mi sono innamorato / mi ero addormen- tato di te Vecchia conoscenza, Pesto da qualche mese suona ormai nelle playlist di Spotify. Il buio col pesto è diventato lo slogan anche di una famosa compagnia di energia elet- trica, per dire la portata mediatica di Edoardo. Forse la traccia più si- mile a quanto offriva Mainstream, romantica e straziante, con il pa- thos che aumenta grazie all’inter- pretazione sempre accorata che lo caratterizza. Fammi vedere i calci sui denti che non mi riesci più a dare Kiwi è la prima delle tracce in sor- dina che da sole valgono l’intero album. Musicalmente piena, ritmi- camente coinvolgente, con un testo che a ogni ascolto assume un colo- 23