intervista
Massimiliano
Cusumano
Massimiliano Cusumano pubbli-
ca The Island Tales, dieci com-
posizioni per lo più strumentali in-
fluenzate dai climi mediterranei.
Il disco nasce da idee di mesco-
lanza, soprattutto collocate in
quella terra d’incontri che è la
Sicilia. Quali le ispirazioni origi-
narie del disco?
Come affermi tu correttamente la
Sicilia è una terra d’incontri. Que-
sta particolare dimensione, che è
sia geografica che culturale, rende
la mescolanza e la fusione di idee
e sentimenti molto agevole a chi le
porge l’orecchio. Le melodie pre-
senti in questo lavoro tentano di
evocare queste culture che hanno
arricchito la storia della mia terra
C’è un’aria molto morbida in
quasi tutte le composizioni del
disco. Dove hai elaborato nelle
varie fasi del disco e quanto sei
stato influenzato dall’ambiente?
Quasi tutte le composizioni nasco-
no in momenti particolari. Penso
che il denominatore comune a tutte
sia il momento in cui mi allontano
16
to a casa quelle voci e
quelle melodie che fati-
cavano a trovare posto.
Puoi raccontare della
“squadra” che ti ha accompa-
gnato per il disco? Saranno con
te anche dal vivo?
All’inizio l’idea di “Island Tales”
non era proprio del tutto definita.
Era stata pensata come qualcosa
che sarebbe rimasto per pochi inti-
mi. Quando proposi al mio vecchio
amico sassofonista - Raffaele Bar-
ranca - la pre-produzione di alcuni
brani ero un po’ imbarazzato, en-
trambi avevamo fatto cose molto
diverse da quelle che stavamo per
fare. In realtà da lì a poco ci siamo
ritrovati più uniti che mai insieme a
Davide Femminino (contrabasso)
e Iano (batteria). Insieme abbiamo
pensato che Island Tales non po-
teva concludersi con le ultime note
registrate in sala. In quel momen-
to ci siamo resi con to che era nato
The Island Tales Group, in quanto
tutti avevano raccontato qualcosa
in questo lavoro.
da me stesso, quando la mia atten-
zione si rivolge ad altro, al paesag-
gio, ai colori e ai sapori del luogo
in cui vivo. Immagino delle storie
cercando di commentare con la
musica le diverse sensazioni che ne
ricevo. Mi capita spesso di definire
le idee durante la permanenza in
magici come Marettimo, un’isola
che riesce a rigenerarmi, a farmi
apprezzare il senso della bellezza, a
riportare il tutto ad uno stadio pri-
mordiale non viziato da una quoti-
dianità scettica e indifferente.
Come nasce “Afrika”?
La composizione di Afrika si di-
stingue un po’ da quella di tutti gli
altri brani, questo è evidente vista
la presenza del canto. Durante la
sua composizione ero alla ricerca
di suoni che non riuscivo a trovare.
Qualcosa mi riportava alle voci del
mercato ma non erano esattamente
quelle. Poi l’incontro con Doudou-
Diouf: entrando in studio è stato
chiaro e naturale. Si è annullata
qualsiasi differenza culturale e geo-
grafica e insieme abbiamo riporta-
17