intervista
remo Kristian Marr storico amico e
chitarrista di Amy Winehouse.
Insomma tanta carne al fuoco.
Il gruppo si basa su cinque la-
bel: perché questa scelta?
La nostra mission è diventare una
major indie con tutte le sottoe-
tichette. In realtà non si tratta di
un’esigenza di unione, ma semmai
quella di poter spaziare su più fron-
ti musicali a partire da un unico
soggetto coordinatore, che gestisce
varie etichette di proprietà, caratte-
rizzate da precisi elementi tematici.
Avete una collaborazione aperta
con i celeberrimi studi di Abbey
Road: come nasce questa colla-
borazione?
La collaborazione nasce al grande
lavoro manageriale fatto da Gia-
como Manfredi che ha sottoposto
i nostri artisti all’istituto di Abbey
Road che ha valutato opportuno
collaborare con noi per la caratura
dei progetti. Un ringraziamento va
a Matteo Shipsi che ha coordinato
tutta l’attività con Giacomo. Nel
2017 abbiamo prodotto Leaves and
One Eyed Jack
music, è partito con noi come bo-
oker. Pierluigi Rottoli responsabile
artistico di Tumulto e promoter.
Stefano Gatti promoter di Cor-
reggio e musicista che si occupa di
organizzare eventi in centro Italia
per Fil. Giulio Oldrini responsabi-
le video e regista, e per finire Eric
Le Funtan responsabile del nostro
ufficio a Pechino, promoter e ma-
nager americano alla quale abbia-
mo affidato la gestione di Fil1933
in Cina. Siamo insomma una bella
squadra affiatata, ci consideriamo
una famiglia allargata, un collettivo
di intenti. Collaboriamo con artisti
anche affermati, a maggio produr-
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Stone e Le Madri degli Orfani. Il
primo progetto è molto minimali-
sta e classico con piano violoncel-
lo e voce con cantato in inglese.
Le Madri invece sono garage pop
puro, cantato in italiano: ebbene
sì gli inglesi ci hanno prodotto in
lingua nostra.
Ci vuoi parlare dei vostri “pro-
getti cinesi”?
Sono ormai tre anni che ci lavo-
riamo, possiamo dire che siamo la
prima realtà discografica a svilup-
pare il marchio in Cina, mercato
chiuso e serrato. Noi pensiamo
che sia il futuro per le start up ar- tistiche (band e soli-
sti). Tramite studi di
settore e viaggi abbia-
mo compreso che in Cina
è in corso una rivoluzione socio
culturale come in Europa nel
dopo guerra al livello musicale e
ci simo infilati per primi. Stiamo
pubblicando dieci dischi in sei
mesi su radio, tv e social cinesi in
maniera massimale perché abbia-
mo accesso a canali privilegiati
e primari, cosa che in Occiden-
te per noi sarebbe impossibile.
L’obbiettivo è portare la musica
italiana in Cina.
Le madri degli orfani Diraxy
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