intervista
Joshua Hyslop
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“Un album sull’empatia”: così, in
sintesi, Joshua Hyslop parla del
suo nuovo Echoes. Il cantautore
originario del Saskatchewan, parte
molto verde e poco “urbana” del
Canada, prosegue con il terzo epi-
sodio di una carriera basata su can-
zoni di nascita folk ma spesso con
qualche retrogusto soul.
Sono passati tre anni tra “In De-
epest Blue” ed “Echos” e il tuo
successo è diventato davvero
globale. Che cosa hai imparato,
da te e dalle persone intorno a
te, negli ultimi tre anni?
Ho imparato che sono capace di
più di quanto avessi immaginato
in precedenza, special-
mente quando si tratta
di tour e performan-
ce da solista. Questo è
stato allo stesso tempo
molto difficile e molto
gratificante. Ma soprat-
tutto, ho imparato che
nessuno ha successo da
solo. Sono davvero in
grado di farlo solo gra-
zie alla squadra che mi
circonda: mia moglie, il
mio manager, la mia eti-
chetta. È molto importante avere
un forte gruppo di supporto intor-
no a te.
Perché hai scelto “Fall” e “Say
it Again” per presentare il tuo
album e come sono nate queste
canzoni?
Non sono sicuro del motivo per
cui questi due sono quelli con cui
abbiamo iniziato. Abbiamo anche
appena rilasciato un’altra nuova
canzone, Home. Penso che la spe-
ranza sia di pubblicare una can-
zone, o canzoni, che diano una
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