se devo ammettere che rispetto al
passato, dove mi trovavo a usare
i classici strumenti batteria-bas-
so-chitarra, con l’iPhone hai un
mondo a disposizione, subito e in
modo davvero facile, dai synth ai
violini.
Nelle note introduttive del disco
fai riferimento ai viaggi in India
e Canada che ti hanno dato mol-
to. Come sono entrati in questo
disco?
Questi due viaggi rimaranno per
sempre nella mia vita, mi hanno
fatto capire tante cose e mi han-
no cambiato. E questo anche nella
musica. Ho voglia di lasciare dei
messaggi, energie positive. “About
links”, con il suo video, per esem-
pio è una sorta di manifesto di
Be a Bear dove c’è tanto Canada e
tanta India. È una sorta preghiera
dove ringrazio per quello che ho
avuto. Ah, nell’intro di “Me & the
grizzly” troverete il vero rumore
di sottofondo di una strada del
Tamil Nadu.
Mi incuriosisce molto “Stranger
Love”: come nasce?
Stranger love nasce dopo una set-
timana chiuso in casa rapito dalla
serie Stranger things. Mi è piaciuta
6
tantissimo! Ho sempre avu-
to una passione, un amore
per i classic movie degli
anni ‘80 e Stranger love è
nata come la mia “colonna
sonora” di quei giorni. Mi
piace creare la mia perso-
nale “colonna sonora” del
momento.
Puoi raccontare qualcosa
delle varie collaborazioni
di questo disco?
Be a Bear è nato come pro-
getto solista ma ultimamente mi
sta un po’ stretta come situazione.
Probabilmente il futuro sarà con
una band o comunque con atri
musicisti accanto a me. In que-
sto album ho voluto in un certo
senso iniziare questo processo.
Le collaborazioni sono tutti miei
amici di Bologna, amici veri, che
volevo fortemente nel mio album.
Con gli amici bisogna condividere
tutto, anche la musica! Victor è il
mio migliore amico, il “mio can-
tante” storico con Le Braghe Cor-
te, il cantante, l’unico che vorrei
sempre di fianco a me. Grigio è il
nome d’arte di Gaggio, il mio ido-
lo musicale bolognese fin da pic-
colo. Marco e Dave due grandissi-
mi musicisti a 360 gradi anche se
loro non lo sanno!
7