FRANCESCO CAMIN
Un cantautore multitasking, con una grande passione per gli alberi e una
serie di “Palindromi” che ha messo nel suo ultimo album
Cantautore, laureato in scienze
forestali e ambientali, postino di
montagna: quale ruolo ti identi-
fica meglio?
Nessuno dei tre. Cerco di non
identificarmi nelle attività che
vivo, questo per mantenere
un distacco da ciò che faccio e ciò
che sono. La cosa interessante è
che quello che faccio non lo deci-
do io, e ciò che
sono non l’ho ancora capito bene!
Le occasioni e gli eventi capitano,
non li scelgo io, io cerco soltanto
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di seguire il flus-
so, ovviamente
andando nella
direzione che
sento nel cuo-
re essere la più
giusta per me.
Amo gli alberi e
stare in mezzo a
loro mi fa vibra-
re nel profondo,
e guarda caso
da quando ho
iniziato a fare il
postino mi ven-
gono assegnate
soltanto zone ru-
rali e in mezzo
alle montagne! Scrivere canzoni
mi fa sentire vivo, incollare una
melodia a un’armonia e
poi colorarle con le parole penso
sia la cosa più bella del mondo.
Puoi raccontare che spirito ani-
ma “Palindromi”?
Ci sarebbero moltissime cose da
dire, cercherò di essere conciso!
È un disco di cui sono molto fiero,
sia nel contenuto sia nella forma.
La genesi di questo lavoro è stata
piuttosto lunga, abbiamo comin-
ciato a mettere mano alle prime
canzoni addirittura nel mese di
settembre del 2015. Sentivo però
che dovevo provare ad arricchire
la mia musica, trovare un modo
per metterla a servizio di qual-
cos’altro. Tutto è nato da un consi-
glio di Anna, una persona chiave
nella realizzazione di tutto que-
sto lavoro, che mi ha proposto di
guardare un cortometraggio ani-
mato chiamato L’uomo che pianta-
va gli alberi, la trasposizione video
dell’omonimo libro di Jean Giono.
Una storia meravigliosa, davvero
meravigliosa, che tutti dovrebbero
leggere almeno una volta e tenere
sul comodino. Dopo aver finito il
film (30 minuti) mi sono sentito
diverso, la storia di quel vecchio
contadino che piantava alberi in
una landa deserta e morta del sud
della Provenza aveva risvegliato
in me qualcosa. Ho passato gior-
nate a passeggiare da solo nei bo-
schi che circondano casa mia e ho
chiesto “Cosa posso fare per met-
termi al servizio attraverso la mia
musica? Come posso provare a
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