ta, ma in due studi diversi?
La scelta nasce dal fatto che vo-
levamo un racconto a due voci,
anche se l’io narrante è sempre di
Penelope. Dalla Sauna con Mar-
tino Cuman e il mai troppo rim-
pianto Andrea Cajelli, abbiamo
ottenuto il calore e la presenza
dell’analogico, dei pre valvolari e
dei riverberi a molla, perché quel-
lo è il modo nel quale si esprime
Penelope, la fisicità della sua voce.
Nelle tre canzoni che abbiamo re-
do di collegare tutti gli strumenti e
fornire la base sulla quale inserire
tutti i momenti della canzone. In
questo caso gli archi e l’orchestra-
zione del primo disco sono spariti
perché cercavamo un suono più
freddo che spegnesse gli eccessi
epici dell’altro disco: a volte infatti
tendiamo a essere un po’ troppo
anima e cuore. Le tastiere aiutano
a controllare le cose e direi che il
risultato ci piace.
Perché registrare in presa diret-
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comunque nella dimensione del
ricordo e forse anche del rimpian-
to. Nasce comunque da un giro di
tastiera abbastanza comune nel-
la nostra scrittura, in una strofa
portata molto dalla batteria... una
cosa che ci è sembrata alla War on
Drugs. La strofa è in terza perso-
na, nel ritornello invece è Seba-
stian che parla, e quindi doveva
accadere qualcosa, un cambio di
ritmo e quasi uno stacco scena
reso in sonoro.
E’ molto interessante il video di
“Aeroplanes”, con danza, coreo-
grafie, giochi visivi: potete rac-
contare qualcosa in proposito?
Bisognerebbe chiedere al nostro
amico Stefano Poletti che ha gira-
to il video hahaha, scherzo.
Il senso è stato comunque disar-
ticolare la narrazione e non ri-
portarla in video, ma giocare in-
vece con la dimensione onirica
e astratta che le parole musicate
inducono. Le ballerine sono tutti
i pensieri nella testa di Penelope,
si muovono insieme ma spesso se
ne escono e si agitano in maniera
non coordinata.
gistrato al Big Pine Creek abbia-
mo invece lavorato molto sugli
ambienti, dilatandoli, perché è
Sebastian che parla ed è lontano
e la sua voce si fa sempre più una
eco.
Come nasce “Boy”?
Boy per noi è la magia e le possi-
bilità che ti dà lo scrivere in mi-
bemolle. Lo si capisce dall’attacco
del Rhodes dopo l’inizio. Potreb-
be essere un pezzo piuttosto scu-
lettante ma i tasti neri lo mettono
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