TRAKS INTERVIEW TRAKS INTERVIEW#9 | Page 26

ta, ma in due studi diversi? La scelta nasce dal fatto che vo- levamo un racconto a due voci, anche se l’io narrante è sempre di Penelope. Dalla Sauna con Mar- tino Cuman e il mai troppo rim- pianto Andrea Cajelli, abbiamo ottenuto il calore e la presenza dell’analogico, dei pre valvolari e dei riverberi a molla, perché quel- lo è il modo nel quale si esprime Penelope, la fisicità della sua voce. Nelle tre canzoni che abbiamo re- do di collegare tutti gli strumenti e fornire la base sulla quale inserire tutti i momenti della canzone. In questo caso gli archi e l’orchestra- zione del primo disco sono spariti perché cercavamo un suono più freddo che spegnesse gli eccessi epici dell’altro disco: a volte infatti tendiamo a essere un po’ troppo anima e cuore. Le tastiere aiutano a controllare le cose e direi che il risultato ci piace. Perché registrare in presa diret- 26 comunque nella dimensione del ricordo e forse anche del rimpian- to. Nasce comunque da un giro di tastiera abbastanza comune nel- la nostra scrittura, in una strofa portata molto dalla batteria... una cosa che ci è sembrata alla War on Drugs. La strofa è in terza perso- na, nel ritornello invece è Seba- stian che parla, e quindi doveva accadere qualcosa, un cambio di ritmo e quasi uno stacco scena reso in sonoro. E’ molto interessante il video di “Aeroplanes”, con danza, coreo- grafie, giochi visivi: potete rac- contare qualcosa in proposito? Bisognerebbe chiedere al nostro amico Stefano Poletti che ha gira- to il video hahaha, scherzo. Il senso è stato comunque disar- ticolare la narrazione e non ri- portarla in video, ma giocare in- vece con la dimensione onirica e astratta che le parole musicate inducono. Le ballerine sono tutti i pensieri nella testa di Penelope, si muovono insieme ma spesso se ne escono e si agitano in maniera non coordinata. gistrato al Big Pine Creek abbia- mo invece lavorato molto sugli ambienti, dilatandoli, perché è Sebastian che parla ed è lontano e la sua voce si fa sempre più una eco. Come nasce “Boy”? Boy per noi è la magia e le possi- bilità che ti dà lo scrivere in mi- bemolle. Lo si capisce dall’attacco del Rhodes dopo l’inizio. Potreb- be essere un pezzo piuttosto scu- lettante ma i tasti neri lo mettono 27