ognuno ha una storia diversa e una
composizione diversa. Sono come del-
le mini suite, legate tra loro dai punti
scritti sopra e dal tema del ‘Viaggio’.
Che poi è il tema che si ritrova in tut-
ti i miei lavori. Il viaggio inteso anche
come percorso interiore, come ricerca
di una catarsi e/o di una epifanìa. Si-
curamente è un lavoro più strutturato
e complesso, perché stavolta ho inizia-
to con un terreno ‘solido’ sotto i piedi
e avevo già dato una forma a questo
mondo sonoro. Mi sono preso più tempo
per scrivere il tutto e per scegliere ac-
curatamente i suoni e i campionamen-
ti da usare. Si passa da composizioni
principalmente orchestrali a pezzi volu-
tamente sporchi e tribali.
Puoi spendere due parole sulla colla-
borazione con Ada Doria?
Ho conosciuto Ada Doria, la ‘Cosmic
queen’ di questo disco, diversi anni fa,
nella mia città. Cercavo una voce fem-
minile dolce ed evocativa per alcuni
miei pezzi rimasti nel cassetto per lun-
go tempo, un amico comune ci ha fatto
incontrare ed è iniziata la nostra colla-
borazione. Che poi successivamente ha
preso forma nel nostro side project Ru-
pert (dark chamber pop, dove Ada è la
cantante). Ho subito pensato che la sua
voce sarebbe stata perfetta per “Fal-
ling”, il pezzo piu’ sospeso del disco, e
per “Cosmic Egg travelling blues”, dove
la Regina Cosmica chiama a raccolta
tutte le creature del suo regno.
MASSIMO
RUBERTI
un terreno
più solido
“Granchite Yumtruso PT 2” è
il nuovo ep del musicista elet-
tronico nativo di Livorno che
si autodefinisce “trafficante di
suoni e immagini”: una secon-
da parte ricca di suoni e sensa-
zioni elettroniche ma non solo
Sono passati due anni da “Granchite
Yumtruso pt. 1”: che cosa lega ancora
le due parti del lavoro?
Sicuramente la volontà di sonorizzare
un mondo fantastico, dove tecnologia e
primitivismo di scontrano e si incontra-
no creando forme ibride. Da ciò deriva
anche la scelta dei suoni, in ambedue le
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parti divisi tra sintetizzatori/elettroni-
ca e strumenti primitivi quali xilofoni,
lamellofoni, flauti e voci tribali.La divi-
sione in due parti del disco faceva parte
del piano originale. Reputo la mia mu-
sica, e soprattutto questo lavoro, prin-
cipalmente cinematica e narrativa, la
divisione suggerisce l’analogia con un
romanzo composto da più parti oppure
con il primo e secondo tempo di un film.
Mi sembra che il suono di questa se-
conda parte sia ancora più vario e
proveniente da sfere di interesse
diverse. Come hai assemblato i vari
pezzi?
I pezzi sono molto eterogenei tra loro,
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