TRAKS INTERVIEW TRAKS INTERVIEW #6 | Page 30

GIACOMO TONI tenere la canzone in officina “Senso di inadeguatezza verso un ambiente musicale che produce paccot- taglie di sentimentalismi e piagnistei generazionali”: questo il punto di partenza di “Nafta”, nuovo, notevole e stralunato lavoro del cantautore romagnolo, tra storie di rallisti, gite a Chinatown, varie ed eventuali un gruppo di canzoni in grado di espri- mere una nostra proposta di “contro- cultura” rispetto alle produzioni indi- pendenti. Diciamo che mi sono preso il tempo per nutrire il mio senso di inade- guatezza verso un ambiente musicale che produce paccottaglie di sentimenta- lismi e piagnistei generazionali. C’è un contrasto di fondo nelle canzo- I tuoi primi dischi sono usciti in suc- cessione piuttosto rapida, mentre per questo è stato necessario più tempo. Una pausa voluta o semplicemente gli impegni con live e altri progetti? Tra un live e l’altro, e la partecipazione a qualche altro progetto discografico, mi sono detto che avrei pubblicato sol- tanto nel momento in cui avessi trovato 30 ni di questo disco, secondo me: suona- no estremamente fluide e sembrano sgorgare quasi d’impeto. Poi leggo le note di realizzazione e vedo che invece arrivano da percorsi mentali spesso estremamente tortuosi... Mi racconti come componi e quanto lavori su ogni composizione? Mi sono sempre sentito una persona di scarsa immaginazione, almeno rispetto ad altri cantautori. Cre- do di aver bisogno, per chiudere una canzone, di molto più tempo rispetto ai miei amici “colleghi”. Così quando inizio la stesura di un testo che in genere nasce sempre da una libera scrittura, devo dare una giustificazione letteraria al prosieguo, perché possa avere un valore per me e in seguito per un eventuale ascoltatore. Vorrei che un testo fosse un’esperienza di det- tagli poetici nascosti in una storia fluida, all’interno di un paesaggio e raccontata da un personaggio con un profilo psicologico definito. Fare ricerca in letteratura è il miglior strumento di lavoro per questo sco- po, e tenere la canzone in officina per almeno un anno secondo me aiuta a trovare soluzioni impensa- te all’inizio. Molte delle storie che racconti nel disco sono vere o verosimili. Po- sto che sei evidentemente dotato di un occhio attento per storie curio- se, pensi anche di essere immerso in un ambiente piuttosto ricco di spunti “particolari”? La Romagna (e il resto d’Italia, tipo la Chinatown milanese) che racconti sembra molto più ro- manzesca di quello che appare a un visitatore medio… Certe storie bisogna andarsele a cer- 31