TRAKS INTERVIEW TRAKS INTERVIEW #6 | Page 22

MALMÖ geografie post rock tunata. Massimo aveva già collaborato con Biggi per i missaggi e il mastering del disco dei Blindur e trasferire anche nel nostro lavoro quei colori e quelle so- norità tipiche dei posti e dei dischi che ci hanno ispirato è stata un’opportunità preziosa. Praticamente ogni canzone dell’al- bum parte piano per poi alzare il volu- me e terminare con un “fortissimo”: una scelta programmatica o una si- tuazione che emerge spontanea dalla composizione delle vostre canzoni? I cambi dinamici, i continui crescendo, i fortissimi e i pianissimi sono caratte- ristiche del nostro modo di fare musica e del post rock in generale. Difficilmen- te ci approcciamo alla composizione in maniera ragionata. Il più delle volte per noi è molto naturale passare da momenti di intimità e parole sussurate a esplosioni di suoni. Dalle note che accompagnano l’album è piuttosto evidente che avete lavo- rato sulle canzoni con già in mente l’esecuzione dal vivo, e anzi le avete già testate in concerto. Come potete descrivere i vostri live a chi non vi ha ancora sentito? Per quanto la produzione di “manife- sto della chimica romantica” sia molto curata, ci sono davvero pochissime so- vraincisioni o parti che non riusciamo a riprodurre fedelmente dal vivo. Questo concetto di avere un disco “veritiero” è La band campana pubblica il debutto su lp “Manifesto della chimica roman- tica” e racconta di atmosfere che richiamano il tema del viaggio e del movi- mento perpetuo, con una meta mai raggiunta come obiettivo a registrare un disco è stata la neces- sità di riuscire a suonare in posti che permettevano alla nostra ingombrante strumentazione e alle nostre dinami- che a volte fortissime, di esprimersi al meglio e per suonare in quei posti, per fare quel salto di qualità, hai bisogno di un “prodotto” importante, fatto a regola d’arte. Parliamo della scelta dei collaborato- ri: che cosa vi ha portato a scegliere Massimo De Vita (Blindur) per la pro- duzione, e a spingervi verso i ghiacci Arrivate al primo album forti dei buo- ni riscontri del vostro demo e dei nu- merosi concerti in cui vi siete esibiti. Con quali obiettivi e premesse vi siete accostati al lavoro su “Manifesto della chimica romantica”? Per ogni artista arriva il momento di volersi mettere in gioco sul serio e capi- re se quel sogno tanto inseguito possa diventare qualcosa di più. Il percorso non è sempre lineare e ognuno ci arri- va o prova ad arrivarci in modi diversi. Il fattore che più di altri ci ha spinti 22 islandesi di Birgir Jon Birgisson dei Sigur Ros per il master? La scelta di lavorare con Massimo è maturata in modo naturale. C’è un rapporto umano molto intenso prima di quello professionale. Ha la stessa nostra sensiblità e lo stesso gusto per i particolari, per quel tipo di ambienti e suoni che siamo riusciti a rievocare in questo disco. Crediamo che sia uno dei produttori emergenti più bravi in Italia e il fatto che abitiamo a pochi chilome- tri di distanza è una coincidenza for- 23