JACK ADAMANT
una chitarra cambia le cose
E’ partito da una scatola di latta, è passato dalla Svezia, ha sentito l’esi-
genza di tornare a casa e alla fine ha pubblicato “Lunch at 12 since ‘82”,
partendo dallo spunto della sicurezza che regalano le buone abitudini
che serve per cucire. Le avevo perfora-
te per poterci far passare i fili di nylon.
Come primo tentativo fu un totale falli-
mento. Mi serviva una chitarra, l’unico
Puoi raccontare la tua storia fin qui?
Da piccolo volevo costruire una chitar-
ra utilizzando scatole di biscotti, quelle
dove le nostre madri mettono tutto ció
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problema era come chiederlo ai miei
genitori. Alla fine, un po’ con la scusa di
andare da un insegnante di musica, un
po’ facendo perno su qualche falsa pro-
messa, si convinsero che forse una chi-
tarra avrebbe cambiato alcune cose.
Avevo una marea di testi, versi e me-
lodie che potevo sviluppare soltanto
con l’aiuto di uno strumento musicale.
Dopo vari tentativi, giunsi a conclu-
sione che mi serviva qualcuno che mi
insegnasse almeno le basi, i famosi
quattro accordi. Da qui conobbi Sandro
(l’attuale batterista dei Valerihana) e
ci trovammo nella sua mansarda a suo-
nare. Nel 2006 avevo rotto da poco con
la band in cui cantavo prevalentemente
cover degli Oasis, Travis, REM, Stere-
ophonics, The Verve, mentre Sandro
aveva messo su una band grunge. Mi
fu offerto di fare una prova con loro:
aggiungemmo una cover di Ramones,
Placebo e Green Day e cominciammo
a suonare in giro. I Valerihana stava-
no prendendo forma, tanto da arrivare
finalmente a comporre pezzi propri.
C’era un problema: il nostro chitarri-
sta abitava in Svezia, quindi perché
non spostarsi lì? La mia passione per la
musica e l’inglese furono sicuramente
da stimolo a lasciare l’Italia per almeno
un paio di anni. Già ero stato in Svezia
in passato e, ogni volta che trascorrevo
un po’ di tempo li, la voglia di scrivere
e raccontare quello che vivevo e sentivo
dentro di me si potenziava sempre di
più. Nel 2014 esce “Out of regulation”,
il nostro primo album autoprodotto e
registrato a Stoccolma. Seguirono con-
certi, viaggi, contest, giornate spese
in sala prove per la rifinitura di nuovi
pezzi e tante idee messe in cantiere.
L’idea del progetto solista nasce dal
fatto che una buona parte delle canzo-
ni che scrivevo avevano un’impronta
differente. Con la band abbiamo avuto
sempre l’imbarazzo della scelta riguar-
do ai pezzi da suonare, ma alcune delle
canzoni che scrivevo non erano mol-
to adatte a ciò che facevamo. Quindi
pensai che forse con un po’ di lavoro in
più sarebbe stato possibile iniziare un
progetto parallelo a quello della band.
Non volevo lasciare nel dimenticatoio
canzoni che significavano molto per me,
soprattutto nel momento in cui i sono
ritrovato single nell’arco di un giorno e
mezzo, per di più senza un lavoro.