territorio sicuramente gioca un ruolo
importante, anche perché la vita che tu
vivi entra nelle canzoni, e a oggi per me
la cosa importante è raccontare la vita
che si vive e trovare la forma giusta per
rappresentare questo tipo di esperien-
za attraverso la musica. Per quanto
riguarda la parte testuale vorrei sotto-
lineare che tutto nasce soltanto dal mio
istinto di sopravvivenza, che spesso per
scuotermi va a toccare dei punti do-
lenti inducendomi a scrivere, e questa
volta è toccato alla mia città, Messina.
Non vuole essere né una provocazione
né una paternale. La conclusione a cui
sono arrivato dopo diversi mesi dalla
scrittura del testo è che il motivo incon-
scio per cui ho scritto questo br ano sta
nel fatto che Messina non “sa” di me,
non ha il sapore di quello che piace a
me, e ciò che mi rimprovero di più è che
io non sia riuscito sino a ora a trasfe-
rire anche un po’ della mia identità in
questa città. Ho preso una grossa re-
sponsabilità scrivendo questa canzone,
ma la musica è anche responsabilità e
cultura!
Alcune delle tue influenze musicali
sono piuttosto riconoscibili ed eviden-
ti, ma curiosando nel tuo passato ho
trovato alcune cover di grandi cantau-
tori italiani che mi hanno in parte, sor-
presa. Tenco, De Gregori, De André…
Se dovessi scegliere un artista, su tut-
ti, che ti ha toccato più profondamen-
te, chi sceglieresti? E nel panorama
nica ne è un grande esempio e anche lì
c’è un aspetto poetico secondo me, no-
nostante non ci sia un testo narrativo.
Quindi dal rock ho imparato tanto e ne
avrò anche da imparare per sempre,
ma oggi la mia essenza a livello musi-
cale non è solo quella, è molto varia nel
genere e nella rappresentazione.
“Messina, Guerra e Amore” è il brano
che chiude l’album, e che lascia una
scia di emozioni e riflessioni. Che rap-
porto hai con la tua terra? Pensi che
esista un legame tra la possibilità di
fare musica e i luoghi di appartenenza
degli artisti?
Credo nel legame con la mia terra di
origine e proprio attraverso questo
brano me ne sono reso conto e ho chia-
rito questa cosa dentro me stesso, ma
se penso alle sonorità mediterranee o
siciliane, direi che sono veramente di-
stante da quel tipo di idea di musica in
generale, di produzione dei suoni, ma-
gari non nei contenuti ma sicuramente
nella esteticità del progetto. Sono stato
sempre attratto dalle sonorità del nord
dell’ Europa, America e Italia, non so
perché, ma le sento più vicine rispet-
to a quelle del sud del mondo, anche
se, per esempio, nel disco e proprio in
Mes”sina Guerra e Amore” c’è anche
una parte che mi ricorda l’Africa e il
blues che proviene dagli afro-ameri-
cani. Quindi credo sia un equilibrio
strano, poi ti vivi la vita e se la vivi a
Messina si sente e si deve sentire. Il
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Jesus Lizard, Bauhaus, Joy Division,
The Smiths, eccetera… Nel panorama
musicale italiano odierno quelli che
vedo più vicini a me in questo periodo
della mia vita, anche se soltanto in li-
nea generale, credo siano Maroccolo,
Battiato, Basile, Conte e Canali; a li-
vello internazionale Nick Cave, Mark
Lanegan, Neil Young, Paul McCartney,
Tom Waits, Roger Waters, Steve Albi-
ni, Leonard Cohen, Jimi Hendrix, Lou
Reed, Brams, Bottesini, Berio, ma an-
che altri.
musicale attuale c’è qualche artista
che segui particolarmente?
Negli ultimi anni direi che l’artista che
mi ha più toccato è sicuramente Luigi
Tenco. Credo che attraverso le sue can-
zoni lui abbia trovato una sua poetica
molto intensa ed espressiva che a oggi
è ancora attuale, ma anche la sua sto-
ria mi ha colpito in modo importante.
Durante la mia adolescenza e prima
gioventù ciò che invece mi piaceva, mi
attraeva, interessava era altro perché
avevo bisogno del rock allo stato puro:
Led Zeppelin, Black Sabbath, Nirva-
na, Sonic Youth, Karate, Radiohead,
Chiara Orsetti
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