TRAKS INTERVIEW TRAKS INTERVIEW #4 | Page 8

OTTODIX il fascino della scienza Il suo nuovo disco, “Micromega”, parte da Voltaire per approdare a tutte le dimensioni dello scibile, corredate da sonorità vicine all’elettronica degli anni Novanta. Senza dimenticare che l’uomo è sempre al centro di tutto spiccio della pensione. La tecnologia corre come un fulmine e noi fatichiamo a reggere il passo, scollegandoci spes- so dall’età biologica che abbiamo, dai bioritmi di cui il nostro corpo ha biso- gno e dell’ambiente, che per mantenere queste ritmiche lavorative vertiginose, stiamo via via devastando. La bolla tecnologica e la continua connessione online, non aiutano a mantenere certo il senso del controllo e della posizione. Per questo ho sentito il bisogno di ispi- rarmi artisticamente all’unica fonte di fascino e mistero che possa risultare ancora credibile: la scienza. La fisica suggerisce regole comuni alla mate- ria (anche se la meccanica quantistica non quadra ancora con la fisica classi- Puoi raccontare il concept di “Micro- mega”? “Micromega”, ispirato a una novella dal sapore fantascientifico di Voltaire, cer- ca di far ragionare sul “senso della po- sizione” dell’uomo in mezzo alla natura reale delle cose. Giocando coi concetti di micro e macro, invita a ritrovare il senso della misura, in un’epoca fatta di eccessi verbali, di odio latente, di ten- sione sociale e “social”, ma anche di involuzione culturale e di mancanza di una visione chiara del futuro, dato che tutti i pilastri fondamentali del sistema che ci regge (noi occidentali), sta scric- chiolando paurosamente, dal concetto di economia e libero mercato, a quello di tolleranza e di pace, fino a quello più 8 ai sistemi di universi teorizzati. Ognu- na di queste grandezze ha ispirato una canzone che, usando metafore scien- tifiche o astronomiche o biologiche, o geopolitiche, parla di dinamiche umane che ci riguardano tutti i giorni. “Micro- mega” suggerisce di cercare nella fisica le leggi, le dinamiche delle nostre azio- ni e del nostri sbagli, come se zooman- do dall’alto si scoprisse che il formicaio dell’uomo risponde, su vasta scala, a misteriosi disegni e schemi fisici che muovono galassie, banchi di pesci e mo- lecole. Affascinante, no? Qui si sconfi- na nella filosofia e nell’immaginazione astratta. Territori più prossimi all’arte. La musica, poi, è matematica e espres- sività, quindi il mezzo ideale per coniu- gare una simile, ambiziosa operazione. Solo che ho dovuto studiare un sacco, ca); credo che abbiamo un bisogno sa- crosanto di riscoprire delle regole, dei fondamentali su cui basare ogni nostra singola visione. Un senso comune, de- mocratico ed equo del giusto, parte solo dalla scienza, contro religione, politica, potere, superstizione e interessi eco- nomici, tutte forze che possono essere soggette a manipolazioni di parte e che ci stanno mettendo nei guai. In un’era di bufale e populismo spiccio è solo la verità dei dati che si cela nella natu- ra a poterci ridare risposte concrete e un punto di appoggio. Per questo ho raggruppato le grandezze del cosmo in nove ordini, dalle micro particelle, alle molecole, ai microrganismi e ai collet- tivi di animali, all’uomo (“Micromega Boy”, al centro di tutto), fino al pianeta Terra, al sistema solare, alle galassie e 9