Chitarre acustiche e voci, ci sono anche
un flauto e un paio di chitarre elettri-
che pulite. Nessun effetto artificiale
sulle voci, e francamente pochissimi
in tutto il disco, un po’ del mio peda-
le delay e una macchinetta che mi ha
prestato mio fratello da DJ. Per il re-
sto nessun copia e incolla. Per le voci
ho inciso diverse tracce, un paio anche
sfasate per ottenere una sorta di effetto
simile a un delay. E’ praticamente tutto
naturale. Anche il master fatto è stato
delicatissimo. Il master (accanto alle
collaborazioni musicali di altri artisti)
è stato l’unico passaggio non eseguito
interamente da me. Il mixaggio è sta-
to il momento più creativo a livello di
produzione di questo disco, perchè ho
lavorato sulle profondità, sugli incastri
e risulta tutto molto delicato e a volte
fragile. Come un mosaico.
Puoi descrivere i tuoi concerti?
Certo, i miei concerti si basano sulla
sola chitarra acustica, su voce e tampu-
ra. Si crea quindi un atmosfera intima
e ci si impegna per renderla calda. In
scaletta ho inserito canzoni di questo
disco, del precedente “Cielinoncuran-
ti” e di quello che sto attualmente re-
alizzando. Non è un set lungo poichè
preferisco non appesantire la serata.
Alterno canzoni tranquille “ipnotiche” a
qualcuna più sostenuta e siccome quasi
tutte le mie canzoni parlano di senti-
menti, è stato difficile trovare il giusto
equilibrio della scaletta, ma dai con-
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certi precedenti ho comunque imparato
molto; mi sono reso conto anche che ci
sono canzoni che sento meno. Ma credo
sia un processo naturale. Non le suo-
no comunque tutte. Per ora ho ho due
date confermate : il 23 aprile all Edonè
di Bergamo (aprirò la serata agli Ella
Goda, nel loro Show Case). E ho una
serata al Museo Maglio di Ponte Nossa
l’ultima settimana di agosto con l’amico
cantautore Luca Dai (due set separa-
ti)… cornice pazzesca e grande energia
che scorre…
Stai già lavorando al prossimo disco?
Sì… Sto lavorando al nuovo disco e sta
venendo più scorrevole dei due prece-
denti, proprio sul piano pratico di rea-
lizzazione. Suona, almeno finora, un po’
più sporco, anche perché sto registran-
do le acustiche attraverso l’amplificato-
re e non solo in modo naturale. Hanno
già collaborato due ospiti con cui ho
suonato per lungo tempo in passato.
“Labo” che in un brano ha messo le
sue chitarre e i suoi effetti, ha creando
uno spiritato tappeto sonoro, un sotto-
fondo perfetto all’arpeggio portante a
mò di mantra che dirige tutta la can-
zone. Brian invece, in un altro brano,
ha suonato il piano e il sintetizzatore
preparandosi in modo preciso già da
casa; il fatto curioso è stato che una
volta registrata la sua parte, che già
andava bene, abbiamo trovato insieme
una formula semplice che ci ha stupiti.
Non abbiamo avuto più bisogno di toc-
care nulla.I temi trattati
in questo nuovo lavoro a
mio parere appaiono più
lucidi e quell’ attimo meno
onirici dei precedenti,
meno ermetici. Per as-
surdo però la musica sta
andando proprio in quella
direzione. Entrando un po’
nello specifico, una traccia
fa riferimento ai grandi
insegnamenti dettati dal
fondatore dello spiritismo
Allan Kardec; per scrivere
questo brano ho approfon-
dito e studiato le sue te-
orie e i suoi lavori; poi ho
esposto tutto ciò con paro-
le mie, ponendo anche do-
mande dettate dalla mia
sensibilità…Una seconda
traccia invece si rifà mag-
giormente ad un discorso
legato al Thelema, quin-
di a un testo legato alla
magia con la specifica di saper vivere
il proprio tempo, cosa che a volte pare
messa in secondo piano proprio perché
attualmente ci si ascolta meno che in
passato… a mio parere. Una terza in-
vece è forse quella che si avvicina mag-
giormente alla poetica di Spleen delle
sorgenti… un po più decadente; una
canzone d’ amore delicata, una sorta di
acquarello, anche un po fragile se vo-
gliamo, che racconta del prendere sen-
za mai chiedere. Ne sto scrivendo una
quarta invece che parla delle maschere,
delle pose che poi portano ai classici
clichés… ho cercato di descrivere e fer-
mare quell attimo in cui una coppia (in
questo caso) si rende conto, dopo aver
puntato il dito a lungo, di essere dentro
a quelle dinamiche che ha tanto critica-
to. Ce ne sarebbe anche una che ho già
finito ma proprio non mi riesce di regi-
strarla, magari non va d’accordo con le
altre…
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