VONDATTY
alla fine della notte
Esce il 5 maggio “Ninnenanne“, che chiude la “Trilogia della notte“: un
lavoro crudo, sincero e molto autobiografico
“Ninnenanne” chiude la “Trilogia del-
la notte”: che cosa rappresenta questo
disco, all’interno del progetto?
“Ninnenanne” ha un ruolo fondamen-
tale nella Trilogia, lo vedo come la fine
di un percorso, ma anche l’inizio di un
altro. Ho dato vita a questo progetto
perché volevo cercare la mia strada
nel mondo della musica, sono partito
da solo in una dimensione prettamen-
te acustica, poi ho iniziato a soffrirla
perché credevo fosse limitante, così ho
messo su la band, che in buona parte
mi accompagna ancora oggi, per fare
un disco urlato e disperato come “Ma-
drigali”, decisamente più rock ‘n’ roll.
Ora, grazie anche all’apporto di Fabio
Martini, che insieme a me ha prodotto
artisticamente il disco, sono arrivato a
capire che il mio mondo musicale è solo
nelle canzoni, per cui credo sia il mio
disco più maturo. A livello concettuale,
credo rappresenti “la fine della notte”.
Si dice che sia sempre più buio prima
dell’alba, per questo mi piaceva si inti-
tolasse “Ninnenanne”, perché potrebbe
anche sembrare un controsenso.
Il disco infatti ha caratteri chiaramen-
te notturni: quali sono state le fonti di
ispirazione e le caratteristiche della
sua scrittura?
Il disco tocca tematiche personali, a
partire da un rapporto decisamente
compless