TRAKS INTERVIEW TRAKS INTERVIEW #3 | Page 24

suonare . Ed ecco il caso che ha giocato i suoi dadi : nel viaggio di ritorno dal live il basso si era completamente scordato , ma si era scordato in un modo incredibile cioè in un ’ accordatura di re aperto perfettamente melodica e intonata . Quindi lo suonai così , curioso di sentire cosa sarebbe accaduto . Nacquero gli armonici e il tapping dell ’ intro della canzone , subito dopo il tema e nel giro di poco avevo capito che quella era la canzone più incredibile che avevo composto fino a quel momento ! Tra armonici , tapping e melodia “ Grace ” è un vero ringraziamento alla musica e a quel momento in cui quella canzone mi cadde dentro . Non ho dovuto far altro che suonarla . Non mi sono sbagliato a considerarla una canzone magica . Grace sarebbe dovuta essere di solo basso , l ’ unico dell ’ album . Mesi dopo , quando arrivarono in studio David Rhodes , Paolo Vinaccia Roger Ludvigsen per lavorare al progetto “ Fermi Paradox ”, decidemmo di suonare solo una volta tutti insieme “ Grace ”, perché Amighetti l ’ aveva fatta ascoltare poco prima in studio e quei grandi musicisti ne erano rimasti piacevolmente stupiti . Ne sono molto orgoglioso . Comunque ...“ Why not ?”. Il risultato di quell ’ unica take è la traccia numero 6 dell ’ album . Come direttore di un ’ Accademia di musica moderna e di uno studio di registrazione , come ti spieghi la fortuna che , negli ultimi anni , sta ottenendo la musica strumentale in Italia ? Da persona che ha molto a che fare con ragazzi giovani e musicisti amatori ti rispondo che c ’ è un grande bisogno di esprimere se stessi e un gran bisogno di libertà . Vedo band di giovani che stano ore in studio da me a provare senza che nessuno canti . Se ti dico che la musica è un mezzo di espressione dirai che ti sto dicendo una banalità , ma ti assicuro che io lo vedo tutti i giorni con i miei ragazzi ma anche su di me . Non c ’ è ancora un seguito come per il mainstream , ma io confido molto nella curiosità delle persone . In fondo la gente è attratta da chi sperimenta , da chi prova linguaggi diversi , e fare musica strumentale è pura libertà per l ’ ascoltatore perché non gli dà i vincoli dei testi ma al contrario offre la possibilità di immersione completa nell ’ ascolto . Ognuno può vivere quell ’ esperienza di ascolto in modo del tutto personale , dando uno o più sensi a ciò che sente . Inoltre credo che vi sia qualcosa di rivoluzionario nel suonare musica strumentale sia da parte del musicista sia da parte del pubblico perché in un momento dove l ’ industria discografica mette al centro personaggi ed esecutori ( per la maggior parte cantanti ) dedicare le proprie orecchie a un bassista , un chitarrista , un batterista o a un violinista che è libero di esprimersi può rivelarsi qualcosa di stimolante e porta con se il fascino dell ’ inatteso !

suonare . Ed ecco il caso che ha giocato i suoi dadi : nel viaggio di ritorno dal live il basso si era completamente scordato , ma si era scordato in un modo incredibile cioè in un ’ accordatura di re aperto perfettamente melodica e intonata . Quindi lo suonai così , curioso di sentire cosa sarebbe accaduto . Nacquero gli armonici e il tapping dell ’ intro della canzone , subito dopo il tema e nel giro di poco avevo capito che quella era la canzone più incredibile che avevo composto fino a quel momento ! Tra armonici , tapping e melodia “ Grace ” è un vero ringraziamento alla musica e a quel momento in cui quella canzone mi cadde dentro . Non ho dovuto far altro che suonarla . Non mi sono sbagliato a considerarla una canzone magica . Grace sarebbe dovuta essere di solo basso , l ’ unico dell ’ album . Mesi dopo , quando arrivarono in studio David Rhodes , Paolo Vinaccia Roger Ludvigsen per lavorare al progetto “ Fermi Paradox ”, decidemmo di suonare solo una volta tutti insieme “ Grace ”, perché Amighetti l ’ aveva fatta ascoltare poco prima in studio e quei grandi musicisti ne erano rimasti piacevolmente stupiti . Ne sono molto orgoglioso . Comunque ...“ Why not ?”. Il risultato di quell ’ unica take è la traccia numero 6 dell ’ album . Come direttore di un ’ Accademia di musica moderna e di uno studio di registrazione , come ti spieghi la fortuna che , negli ultimi anni , sta ottenendo la musica strumentale in Italia ? Da persona che ha molto a che fare con ragazzi giovani e musicisti amatori ti rispondo che c ’ è un grande bisogno di esprimere se stessi e un gran bisogno di libertà . Vedo band di giovani che stano ore in studio da me a provare senza che nessuno canti . Se ti dico che la musica è un mezzo di espressione dirai che ti sto dicendo una banalità , ma ti assicuro che io lo vedo tutti i giorni con i miei ragazzi ma anche su di me . Non c ’ è ancora un seguito come per il mainstream , ma io confido molto nella curiosità delle persone . In fondo la gente è attratta da chi sperimenta , da chi prova linguaggi diversi , e fare musica strumentale è pura libertà per l ’ ascoltatore perché non gli dà i vincoli dei testi ma al contrario offre la possibilità di immersione completa nell ’ ascolto . Ognuno può vivere quell ’ esperienza di ascolto in modo del tutto personale , dando uno o più sensi a ciò che sente . Inoltre credo che vi sia qualcosa di rivoluzionario nel suonare musica strumentale sia da parte del musicista sia da parte del pubblico perché in un momento dove l ’ industria discografica mette al centro personaggi ed esecutori ( per la maggior parte cantanti ) dedicare le proprie orecchie a un bassista , un chitarrista , un batterista o a un violinista che è libero di esprimersi può rivelarsi qualcosa di stimolante e porta con se il fascino dell ’ inatteso !

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