Forse dalla semplice idea che la casa
degli altri sembri sempre la casa ideale, mentre qui succedono i disastri. Si
rimette sempre tutto in discussione,
si resta soli, si riparte, si torna soli. E’
un’immagine. Di fronte a una casa dove
vivevo da piccolo guardavo sempre una
famiglia che entrava e usciva impeccabile da casa. Forse nell’inconscio ho
un’idea fallimentare della perfezione.
“Non un rumore di spari nei sogni che
li fa svegliare di notte come pazzi per
controllare di esser ancora vivi” credo
sia l’unica frase di cui sono contento nel
disco.
Direi che la scelta è stata consapevole e
senza rammarichi. Dell’Hip Hop di oggi
non mi importa più molto, ma cerco di
tenere a mente una lezione che soltanto
questo genere sa dare, ovvero l’improvvisazione. Fare freestyle per esempio
mi aiuta moltissimo a scrivere sui primi stralci di accordi o sulle melodie appena nascono. La sincope e la metrica
usata nel rap cerco spesso di prenderle
in prestito e inserirle in un cantato folk
più dilatato e una cosa che mi diverte
molto perché non si possono imparare
se non si ha un background da rapper.
Tra le tendenze dell’indie italiano
attuale, l’impronta del cantautorato
folk “all’americana”, coniugato secondo gusti e inclinazioni personali, è in
forte ascesa. Quali sono, secondo te/
voi, le cause e perché si verifica proprio ora?
Non saprei, credo che tutti si stiano
svegliando. Negli anni ’90 si è cannibalizzato tutto il suono del ventennio precedente. Ancora oggi molti brani di cantanti big sembra suonino con un preset
midi di una Bontempi. A un certo punto
è stato necessario tornare indietro, suonare davvero la musica, magari tutti
assieme in presa diretta,
come gli ammerigani.
Come nasce “La casa di fronte”?
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Vorrei conoscere anche qualche particolare sulla genesi della traccia di
apertura, “Rituale”.
“Rituale” si distingue dagli altri brani
nato per ultimo e scritto e inciso
in due giorni, mixato in qualche ora e
forse si sente…;) “Rituale” chiude un
cerchio per me. “Rituale” è un presente, non viaggia nel tempo, resta dov’è e
cerca nel numero “due” la possibilità di
essere una cosa sola. Un uno, un tutto.
Quali sono i colleghi che ascolti con
maggiore piacere al momento?
Kurt Vile, Conor Oberst, Phosphorescent, M ward, Other Lives.