TRAKS INTERVIEW TRAKS INTERVIEW #2 | Page 24

Nevica NOISE Il mio IO primario Gianluca Lo presti AKA Nevica su Quattropuntozero, dopo svariate scorribande in dischi altrui, mette a fuoco il proprio DNA primordiale con un moniker differente e con un disco (quasi) del tutto strumentale, “Sputnik” ma sempre di canzoni si tratta, il secondo invece, essendo strumentale, mi permette di spaziare più liberamente nei meandri della mia anima musicale laddove posso sperimentare soluzioni sonore nuove da portare poi nel progetto principale di Nevica su Quattropuntozero. Mi piace pensare a Nevica NOI- Perché hai deciso di “aprire” un side project autonomo anziché pubblicare i brani come Nevica Su Quattropuntozero? Nevica su Quattropuntozero e Nevica NOISE sono in realtà due facce della stessa medaglia, il primo è un progetto di canzoni, sicuramente “sui generis” 24 ro che si adatta perfettamente al mio essere musicista. In realtà nel disco sotto l’elettronica c’è una batteria acustica suonata da Alessandro Gomma Antolini, quindi in parte si cercano di fondere questi due mondi sonori acustico/sintetico. Sono consapevole che la maggioranza dei musicisti oggi utilizzi ancora il suono naturale degli strumenti acustici o elettrici ma anche un sintetizzatore ha la stessa importanza di una chitarra o un basso. Diciamo che non credo neppure il contrario che la forma espressiva elettronica sia la migliore. Ogni musicista deve capire chi è, cosa vuole, da che parte sta. Alla fine la propensione e la scelta di avvicinarsi a uno strumento o a un altro deve essere del tutto spontanea. Io non mi sono mai posto limiti né fatto domande, mi sono solo concentrato a fare meglio che potevo quello che sentivo. Penso basti cosi! “Sputnik” rappresenta il primo passo di una trilogia dedicata a Murakami. Che cosa ti colpisce di più dello scrittore giapponese come interprete della realtà contemporanea? Sì, in realtà nella mia concezione cè una trilogia che prende spunto dalle letture di Murakami parte da li ma arriva ad altro.Preferisco pensare che Sputnik sia la prima opera di una cosidetta “Trilogia dell’anima” dove dentro la musica cè una fortissima tensione verso la ricerca di se stessi e del nostro equilibrio sano nel mondo. In questi SE come al DNA musicale di Nevica su Quattropuntozero dove tutto è primordiale. Come e con quale spirito nasce “Sputnik”? Dopo tanto tempo trascorso su progetti musicali a lungo termine dove spesso si deve usare molto il cervello e meno il cuore soprattutto per curare aspetti tecnici della produzione di un disco nei quali non mi sto a dilungare,sentivo fortemente la necessità di partorire qualcosa di immediato di più spontaneo e meno pensato,avvicinarmi cioè al mio IO primario alla mia anima musicale in modo più diretto.La psichedelia elettronica è ricca di suggestioni,sono viaggi che inizi e non sai mai dove vai a finire…ecco la nascita di questo disco rappresenta una sorta di catarsi liberatoria dove posso lasciarmi andare senza limiti.Anche se in realtà non me li pongo mai comunque! Il tuo disco è descritto come un’esigenza “di pancia”, un approccio istintivo e uno stacco liberatorio. Non è curioso che per un discorso così “naturale” tu abbia scelto in prevalenza strumenti “sintetici”? Oppure ormai non è più corretto fare distinzione tra analogico, sintetico, elettrico, elettronico... Non esistono a mio parere distinzioni o categorie sonore, o meglio non credo alle gerarchie.Io uso l’elettronica perché sono “naturalmente” cresciuto con questa. Diciamo è un mondo sono- 25