Nevica NOISE
Il mio IO primario
Gianluca Lo presti AKA Nevica su Quattropuntozero, dopo svariate scorribande in dischi altrui, mette a fuoco il proprio DNA primordiale con un moniker differente e con un disco (quasi) del tutto strumentale, “Sputnik”
ma sempre di canzoni si tratta, il secondo invece, essendo strumentale, mi
permette di spaziare più liberamente
nei meandri della mia anima musicale
laddove posso sperimentare soluzioni
sonore nuove da portare poi nel progetto principale di Nevica su Quattropuntozero. Mi piace pensare a Nevica NOI-
Perché hai deciso di “aprire” un side
project autonomo anziché pubblicare
i brani come Nevica Su Quattropuntozero?
Nevica su Quattropuntozero e Nevica
NOISE sono in realtà due facce della
stessa medaglia, il primo è un progetto
di canzoni, sicuramente “sui generis”
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ro che si adatta perfettamente al mio
essere musicista. In realtà nel disco
sotto l’elettronica c’è una batteria acustica suonata da Alessandro Gomma
Antolini, quindi in parte si cercano di
fondere questi due mondi sonori acustico/sintetico. Sono consapevole che la
maggioranza dei musicisti oggi utilizzi
ancora il suono naturale degli strumenti acustici o elettrici ma anche un
sintetizzatore ha la stessa importanza
di una chitarra o un basso. Diciamo che
non credo neppure il contrario che la
forma espressiva elettronica sia la migliore. Ogni musicista deve capire chi è,
cosa vuole, da che parte sta. Alla fine la
propensione e la scelta di avvicinarsi a
uno strumento o a un altro deve essere
del tutto spontanea. Io non mi sono mai
posto limiti né fatto domande, mi sono
solo concentrato a fare meglio che potevo quello che sentivo. Penso basti cosi!
“Sputnik” rappresenta il primo passo
di una trilogia dedicata a Murakami.
Che cosa ti colpisce di più dello scrittore giapponese come interprete della
realtà contemporanea?
Sì, in realtà nella mia concezione cè
una trilogia che prende spunto dalle
letture di Murakami parte da li ma
arriva ad altro.Preferisco pensare che
Sputnik sia la prima opera di una cosidetta “Trilogia dell’anima” dove dentro
la musica cè una fortissima tensione
verso la ricerca di se stessi e del nostro
equilibrio sano nel mondo. In questi
SE come al DNA musicale di Nevica su
Quattropuntozero dove tutto è primordiale.
Come e con quale spirito nasce “Sputnik”?
Dopo tanto tempo trascorso su progetti
musicali a lungo termine dove spesso
si deve usare molto il cervello e meno
il cuore soprattutto per curare aspetti tecnici della produzione di un disco
nei quali non mi sto a dilungare,sentivo fortemente la necessità di partorire
qualcosa di immediato di più spontaneo
e meno pensato,avvicinarmi cioè al mio
IO primario alla mia anima musicale in modo più diretto.La psichedelia
elettronica è ricca di suggestioni,sono
viaggi che inizi e non sai mai dove vai
a finire…ecco la nascita di questo disco
rappresenta una sorta di catarsi liberatoria dove posso lasciarmi andare senza limiti.Anche se in realtà non me li
pongo mai comunque!
Il tuo disco è descritto come un’esigenza “di pancia”, un approccio istintivo
e uno stacco liberatorio. Non è curioso
che per un discorso così “naturale” tu
abbia scelto in prevalenza strumenti
“sintetici”? Oppure ormai non è più
corretto fare distinzione tra analogico, sintetico, elettrico, elettronico...
Non esistono a mio parere distinzioni
o categorie sonore, o meglio non credo alle gerarchie.Io uso l’elettronica
perché sono “naturalmente” cresciuto
con questa. Diciamo è un mondo sono-
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