TRAKS INTERVIEW TRAKS INTERVIEW 007 | Page 24

biglietto da visita del disco? Non ha molto a che vedere con gli al- tri pezzi in realtà, che sono tutti senza pianoforte e arrangiati a dovere… Era però quella che più rappresentava il concetto di “stanze”, sia nell’introspe- zione che nell’esecuzione... registrata live e piena dei rumorini della pedalie- ra... onesta, vera. L’ho scritta al piano prendendo il testo da una vecchissima poesia di quando avevo vent’anni e ho immaginato che sarebbe stata cantata in realtà da una donna... Poi non sono riuscito a staccarmene, a volte succede con le canzoni. Nel ritornello del brano affermi “non ho davvero più voglia di esser diverso da me”. In che occasioni ti sei sentito costretto a essere qualcuno (o qual- cosa) di diverso? In ambito musicale senti di poter essere veramente “te stesso”? Diciamo che il nostro non è il mondo giusto per essere o avere qualcosa di diverso dagli altri, in tutti i sensi. Ma la personalità sta anche lì.. Io qualche stigma me lo sono sentito dentro, so- prattutto da bambino per le origini. Ma questo è riduttivo se considero la soffe- renza di chi è stato meno fortunato di me che grazie a Dio ho sempre avuto tutto, dalle possibilità a una famiglia veramente particolare che non si è mai risparmiata, né fisicamente né emoti- vamente. Musicalmente sì, ho la fortu- na del mondo musicale piccolo, quello LEDI la fortuna del mondo musicale piccolo Classe 1988, è un cantautore nato in Albania ma cresciuto a Genova, che sta per presentare il suo secondo album, “Stanze”, in uscita nei primi mesi del 2018 e anticipato dall’omonimo singolo. Il brano parla degli obblighi da scrollarsi via di dosso e del desiderio di non essere altro che se stessi. cola Di Bari. Ecco, diciamo che la pri- ma la ascoltavamo sempre, e da lì si è cominciato con Genova. Su certe cose proprio non si può non farsi permeare da Genova. Respiri le strade dei gran- di e capisci perché hanno tutti avuto questo rapporto così controverso con la città. Paoli, Lauzi, De Andrè, Tenco... e Nonostante le tue origini, sei cresciu- to a Genova, una delle città simbolo del cantautorato italiano. Nella tua musica c’è l’influenza dei posti in cui hai vissuto? Quando ero bimbo mio padre aveva una 127 bianca, e aveva due cassette: “Volume 8” di De André e una di Ni- 24 tanti altri. Ho abitato per molti anni a 200 metri da via del Campo, bellissimo. Tutto questo per fortuna lo senti addos- so. “Stanze”, il tuo nuovo singolo, anti- cipa l’uscita del secondo album: un pezzo riflessivo, toccante, complesso. Come è nata l’idea di sceglierlo come 25