TRAKS INTERVIEW TRAKS INTERVIEW 007 | Page 20

nostro popolo. Tra queste domande che mi sono posto ho pensato anche: “E se ti piacesse colpire una persona? E se ti piacesse ucciderla?”. No, non mi piace- rebbe o meglio, non voglio saperlo. Non sempre la conoscenza è la chiave di tut- to. Quando penso a tutte le persone che mi hanno criticato per delle mie scelte personali mi viene da dire: “Parlate così perché non vi siete ancora divertiti come me”. Siamo tutti uguali in realtà, solo, ci troviamo in punti diversi del cerchio. E quando arrivi nel punto dove si trovava l’altro lo capisci meglio. E’ facile dare del mostro agli altri. Prima devi esserlo. I “mostri” li creiamo noi, con la nostra indifferenza e il nostro liminari, meno tempo, meno fesserie”. Squallido pensiero di un’anima che si stava rassegnando alla solitudine. Su- bito dopo mi sono detto “Ma l’ho pensa- to veramente?”. Stavo ragionando come il personaggio della graphic novel di Chester Brown, “Io le pago – memorie di un cliente di prostitute”. Ho iniziato a indagare sui miei pensieri più scu- ri. Se dentro di te hai un diavolo come coinquilino non serve girare la testa dall’altro lato e far finta che non esista per annientarlo ma guardarlo, dargli un nome, ammettere che esista e dir- gli “no, non ci sto”. “No” è una parola che dovremmo far tornare in voga, è da un po’ che non la sento, anche nel to quella cosa?”. “Come andar di not- te” è una macchina che vaga di notte, un’anima sola nei propri pensieri, un brainstorming notturno. Una notte sta- vo girando per i viali di Bologna, senza destinazione. Mi sentivo molto solo, ero temo molto depresso. La città mi stava amareggiando. Vedevo la società come le regole di un gioco: il gioco è sporco e ha queste sporche regole, sei pronto a fare surf? Guardando una prostituta pensai: “In città se hai bisogno di amo- re puoi pagare una prostituta, se hai bisogno di sfogarti con un amico puoi pagare uno psicologo. Sei sei solo ti può costare tutto meno tra cene e pre- mo fotografato...”Fotografia”. Questo ti spiega quello che dicevo nella prima domanda: “Fotografia” non sarebbe mai nata se avessimo registrato a piste se- parate. “Come andar di notte” è invece il brano chiave dell’intero album, quel- lo in cui la natura umana, e talvolta crudele, viene fuori, facendo porre le domande “Hai mai colpito un uomo? Hai mai mangiato un uomo?” metten- doci di fronte alle peggiori versioni di noi stessi. La domanda che racchiude meglio il senso di questa canzone è: “Ma l’hai davvero pensato? Hai davvero pensa- 20 21