Siete nati nel 2016: potete raccontare
la vostra (breve) storia come band?
Io e Andre eravamo in cerca di un bat-
terista, avevamo arrangiato qualche
brano dell’album ma ci mancava qual-
cuno che colmasse la parte ritmica.
Andrea si è trasferito a settembre a
Bologna, dove io già vivevo e abbiamo
iniziato a cercare un batterista serio
che avesse la voglia di partecipare a
questo progetto. Dopo circa due mesi
siamo riusciti a trovare Casper Adamov
e da lì siamo partiti.
“Spettri da scacciare” sembra un di-
sco animato da forze piuttosto oscu-
re: potete raccontare le ispirazioni da
cui siete partiti e come sono andate
TELEGRAPH TEHRAN
volutamente ermetici
le lavorazioni del disco?
Per quanto riguarda questo primo di-
sco io avevo molto materiale melodico
in cantiere da anni con Andrea e Ca-
sper abbiamo arrangiato molte linee e
nel farlo ci siamo trovati davvero bene,
la prima canzone “Carmica” l’abbiamo
scritta io e Andrea e devo dire che lavo-
rare tutti e tre insieme nella creazione
dei brani è molto stimolante, è cosi che
stiamo lavorando. Nei contenuti il disco
è volutamente ermetico, la scrittura dei
testi non segue sempre un filo logico
ma anzi cerca spesso di lasciare spazio
a suggestioni e a libere interpretazioni.
Personalmente vorrei che ogni canzone
fosse un po’ come un sogno dal quale si
vo-
Con influenze molto varie, che spaziano dai Marlene Kuntz ai Tame Impala,
il trio di stanza a Bologna ha radici profonde nonostante una storia recente,
tutta condensata nell’ultimo album, “Spettri da scacciare”
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