TRAKS INTERVIEW TRAKS INTERVIEW 005 | Page 32

LESIGARETTE!! non si deve perdere la lucidità “La musica non serve a niente” è il nuovo disco del duo, caratterizzato da un approccio meno nonsense rispetto all’esordio. Per capire meglio la differen- za tra politici e musicisti, abbiamo rivolto qualche domanda ai due i dettagli sono fondamentali e allora non si deve perdere la lucidità. Fare un disco è un bellissimo viaggio, biso- gna orientarsi durante la traversata, ma anche lasciarsi trasportare. La la- vorazione è cambiata rispetto al primo album. Abbiamo composto alcune parti di batteria e chitarra, poi le strutture dei brani, poi le linee vocali e in ulti- mo le Parole. I brani sono rimasti sen- za parole anche per un anno in alcuni casi. Le parole sono venute all’ultimo, Che cos’è cambiato, a livello di approc- cio e di lavorazione, dal vostro esor- dio? L’approccio è sempre lo stesso: voglia- mo fare buona musica e vogliamo di- vertirci. Abbiamo sempre saputo che se scrivi canzoni si può volare se si lavora bene, bisogna giudicare con intelligen- za e scrivere nel rispetto delle proprie emozioni. Ci vuole molta concentra- zione: c’è sempre il rischio di perder- si troppo dietro ai dettagli, ma anche 32 scritte appositamente su una melodia e dentro a una metrica già composta. Quindi siamo partiti dalla spontaneità e dallo sfogo creativo più diretto, quello dei nostri strumenti, per poi passare a una fase di montaggio musicale per costruire le strutture dei brani e poi cantarci su delle melodie canore che però non erano provviste di parole. Vo- levamo creare dei brani che avessero emozioni e senso anche senza testi. Pri- ma di avere un senso verbale, abbiamo ricercato il senso musicale e emoziona- le. Scrivere i testi in fondo a questo im- buto creativo è stato difficile, un duro lavoro. Arrivati alla fine avevamo molti limiti, la linea vocale già decisa prima di scrivere le parole per noi è una novi- tà, il disco precedente è stato composto a partire dal testo e le linee vocali sono nate dai testi e non dalla musica. Stavolta avete deciso di fare quasi tut- to in maniera autonoma. Che cosa vi ha spinto a questo tipo di scelta? Siamo andati in studio da soli. Abbia- mo preparato i suoni e registrato chi- tarra e batteria insieme. Avevamo an- cora alcune cose da definire sui brani quando siamo entrati in studio, stare da soli ci ha permesso di poterci pren- dere anche dei momenti di prova, per definire dei dettagli. Tra batteria e chitarra c’è un intreccio ritmico conti- nuo e la cura di alcuni dettagli è stata possibile soltanto una volta arrivati in un luogo protetto come lo studio di Fattoria Sonora, in cui siamo rimasti molto tempo soli potendoci dedicare quanto volevamo su ogni aspetto. De- cidere tutto prima di registrare è stato necessario, ma non abbiamo voluto in- gessare tutta la musica, abbiamo scelto di lasciare alcune parti al caso, all’im- provvisazione del momento, come per esempio nel piccolo bridge del brano “la musica non serve a niente”. Essendo in due, possiamo facilmente inventarci soluzioni al momento improvvisando, giocando tra batteria e chitarra, anche nel primo disco avevamo un po’ scoper- to questa nostra qualità e questa volta abbiamo volutamente destinato alcune parti musicali al gioco, allo scherzo mu- sicale, per mantenere una freschezza live che non vogliamo perdere nel disco. Questo è solo un particolare, ma ce ne 33