nata di un qualcosa da definire tale.
Crediamo che “Home”sia nato nel mi-
gliore dei modi, con estrema sincerità;
nel senso che tutti noi viviamo, seppur
in modo diverso, la ricerca della sereni-
tà, impazienti di lasciarsi ad un respiro
di sollievo. I testi anche se scritti da
diverse mani (Samuele Ballerini, Gio-
vanni Farina, Anita Montagna e Laura
Loritz) sono rivolti con onestà a quel
concetto riassunto nella parola Home.
Siete tre polistrumentisti e, a quanto
ho capito, Elisabetta è quella che “sva-
ria” di più: come scegliete quali stru-
menti usare per le vostre canzoni?
L’idea di fondo è il classico trio: batte-
ria, basso, chitarra che accompagnano
l’incastro delle voci maschili e femmini-
li che ci piace tanto. Abbiamo cercato di
caratterizzare il nostro sound attorno
al classico suono Stratocaster con ab-
bondante Shimmer, poi Elisabetta ha
inserito in alcune canzoni numerose ar-
monizzazioni con la sua viola da gam-
ba, arrangiamenti che meriterebbero di
essere ascoltati in “solo”.
Potete descrivere i vostri concerti?
Quali saranno le prossime date che vi
vedranno coinvolti?
Dicono che nei nostri live sembriamo
molto “professionali”. Effettivamente
tutto lo spettacolo è studiato per non
essere troppo lungo e noioso creando i
famosi “alti e bassi”. Iniziamo“forte”,
nel mezzo inseriamo sempre un paio di
canzoni in versione acustica con la vio-
FLORENCE ELYSEE
ricerca sfrenata di casa
Tre polistrumentisti che si sono incontrati in gelateria: la band spiega il
nuovo disco “Home”, tra indie pop, alternative, emo rock e parecchio altro.
E racconta di concerti professionali, band che cantano parlando e biglietti
dei Radiohead
fly”. Nel 2013 incontrano Elisabetta
proprio nella gelateria sopra la sala
prove; e l’idea fu quella di formare una
nuova band a tre con Samuele alla
voce, nacque così Florence Elysée. Fi-
renze fu il primo concerto e l’Eliseo è
Qual è la storia della band fin qui?
E qual è il motivo della scelta di un
nome così particolare?
Samuele e Giovanni (voce/chitarra e
batteria) suonavano già insieme in una
band che si chiama “Sammy wants to
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messo lì come una sorta di fine al prin-
cipio.
Il disco è ispirato al concetto di
“Home” ma nel senso di “ritorno a
casa”. Come nasce l’idea?
Ritorno a casa o piuttosto ricerca sfre-
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