TRAKS INTERVIEW TRAKS INTERVIEW 005 | Page 12

più che sviluppare le canzoni del disco ho esteso e raccontato in altra forma quella che è la filosofia del disco in se. L’arte è un’attitudine, e tu sei un ar- tista a tutto tondo: prima di essere musicista, prima di pubblicare libri, la tua passione è stata la magia. In che modo ha influenzato le altre tue pas- sioni? Bella domanda… sarei sincero se ti di- cessi che non saprei come rispondere. Penso che la magia e in generale tutte le arti siano come semine invisibili che porti dentro e dentro di te fiori- scono e si traduco- no in metamorfosi e cambiamenti e rivoluzioni. Un po’ come quando ti dedichi alla let- tura di alcuni testi che lì sul momento accarezzano e fanno godere soltanto la tua fame di lettura ma poi, un bel gior- no, magari anche a distanza di mesi, ti ritrovi a vivere o a pensare o a svi- luppare reazioni caratteriali che forse senza quelle letture non ti sarebbero mai appartenute. Quindi per risponde- re alla tua domanda non penso ci sia qualcosa di concreto che possa elencare piuttosto guardo l’insieme e il tutto che sono diventato oggi e ancora sento in piena trasformazione. Tutto figlio e co- erente conseguenza della musica, della zioni: a novembre è prevista l’uscita del tuo nuovo album “Ho bisogno di aria”, e un libro, il secondo, dopo la raccolta di racconti “Il mio modo di ballare”. Queste due creature hanno vita propria o sono legate tra loro, come già è avvenuto con il tuo lavoro precedente? Io credo che nessun artista realizzi ope- re sconnesse tra loro. Anche a distanza di anni e di cambiamenti personali. A guardar bene potremmo trovare un filo logico che lega a se ognuna delle pubblicazioni. Nello speci- fico questo nuovo libro, il mio primo piccolo roman- zo, nasce di getto come uno sfogo personale attin- gendo alla vita quotidiana e poi stravolgendola di invenzioni letterarie. Farò molto riferimento a Bukowski e a una certa volgarità nella stesura e, di primo impatto, è qualcosa di assolutamen- te diverso, lontano e nuovo per il mio modo di scrivere. Niente che somigli al passato e niente che attinga - nella forma - alla forma testuale delle canzo- ni. Però il succo è sempre lo stesso. La matrice e la morale da cui nasce tutto è la stessa. In una seconda rilettura ho inserito sfacciati agganci con le canzo- ni del disco come per dare al pubblico un appiglio più concreto ai propri rife- rimenti. Direi quindi che questa volta 12 tocci che pensano prima a quale foto fare per il disco piuttosto che a quali parole scegliere per chiudere il periodo e la melodia. E le istituzioni che sono chiamate a celebrare il bello ormai sono devote anch’esse alla visibilità, alla riconoscibilità mediatica e alle santifi- cazioni dei social. Adesso te la faccio io una domanda se posso: hai mai visto o letto sui grandi media, nei grandi cir- coli culturali come il Club Tenco di ar- tisti che arrivano al vertice da perfetti sconosciuti? No…almeno io mai. Se non sei nessuno testate nazionali neanche perdono tempo ad ascoltarti. Ha senso? Questo discorso non lo faccio per dar- mi il contentino o per accudire l’ego in totale depressione dalla sconfitta. Tutt’altro. E vorrei anche evitare di produrmi di nuovo in argomenti che ormai sono di pubblico dominio - Gab- bani ci ha vinto Sanremo. Cerco invece una via che sia di difesa per quello che è e che penso dovrebbe essere il concet- to di cultura e di bellezza VERO e non MEDIATICO. Trovo che sia una vera violenza culturale che queste istituzio- ni perpetrano quotidianamente nei con- fronti di tutti noi. Dai media ai grandi critici, dai giornali nazionali ai grandi premi culturali. Trovo che sia una vio- lenza veder assolutamente ignorati dai vertici di comunicazione ARTISTI da cui io per primo ho tanto da imparare, gli stessi che spesso neanche sono me- ritevoli di ascolto da di chi per primo è magia e anche dell’università che mi ha voluto Ingegnere. Anche la scienza a suo modo è un’arte sopraffina. Entrambi i dischi precedenti sono sta- ti selezionati tra le migliori opere per il Premio Tenco. La manifestazione è stata al centro di numerose polemiche ultimamente, ma essere riconosciuto come uno degli artisti più meritevoli è stata per te una soddisfazione o sei dalla parte degli scettici? Mi fai una domanda difficile, maledet- tamente importante e insidiosa. Peggio di quelle della Annunziata. Ok ci provo. Partiamo dal fatto determinante che odio il concetto di competizione. Far gareggiare gli artisti, decretare il mi- gliore penso sia una depravazione cul- turale che ha ben pochi rivali in mer