TRAKS INTERVIEW 001 | Page 8

un pensiero che si ricollega sempre al concept dell’ep. Hai confermato la squadra di musicisti che lavora con te anche per questo disco: quanto è stato importante l’affiatamento per questo nuovo lavoro? In realtà ho confermato solamente il bassista Andrea Cocilovo, che nel precedente lavoro aveva registrato la batteria e che da settembre scorso mi accompagna nei live. A lui si è aggiunto suo fratello Daniele , che oltre a suonare le tastiere si è occupato dell’arrangiamento di alcuni brani presenti in “Beyond the Nettles Burn”. La sintonia con i Cocilovo Bros è molto profonda e si basa su una reciproca stima personale e professionale. Tecnicamente sono i migliori musicisti con cui io abbia mai suonato, quindi mi reputo molto fortunata ad avere accanto due professionisti che credono e investono bum ho preferito un approccio apparentemente più personale. Dico “apparentemente” perché non si tratta di una descrizione autobiografica di episodi di vita reale, quanto di immagini e racconti che mi permettono di esprimere 8 nel progetto. Per la produzione di Federico Altamura: avete adottato lo stesso approccio oppure è cambiato qualcosa? La differenza nella produzione c’è stata per due motivi: c’è stato molto inter-play fra Daniele e Federico, che ha curato i suoni di tutte le canzoni, e questo ha creato una sorta di eterogeneità fra i brani. Inoltre grazie al crowdfunding abbiamo avuto un budget maggiore che ci ha concesso più libertà: ho deciso per esempio di fare il master da Massimo Caso, un nome importante nel panorama musicale italiano. Perché hai scelto “You’re gonna go” come biglietto da visita del disco? “You’re gonna go” spacca. Ha un beat da cui non scappi, devi muovere il piede per forza di cose, e poi è il primo brano elettronico che ho scritto con la tastiera. Il ritornello apre a dismisura, i suoni sono belli, la canzone orecchiabile. Secondo me è una bomba “Blue Moon” mi richiama alla mente la scena trip hop anni Novanta, Morcheeba e compagnia... Ti ci ritrovi? Orecchio colto! Si, è vero: a me riporta agli Zero7, band che conosco poco ma che apprezzo, e al trip hop. E’ un genere che ho sempre ascoltato e mai avrei pensato che un brano chitarra/voce come “Blue Moon” potesse diventare ciò che è ora. Merito di Daniele e Federico, ma soprattutto di Andrea e delle sue linee di basso: è proprio grazie a lui che abbiamo deciso di inserire il brano nell’ep, perché prima del suo intervento, non ci convinceva al 100%. Nel corso dell’ultima intervista ti avevo chiesto delle tue antipatie nel mondo indie... Stavolta cambiamo un po’: chi apprezzi di più tra i tuoi colleghi e le tue colleghe? Si, eri stato cattivissimo e io avevo ironizzato, perché non mi sta antipatico nessuno (bugia) e anche se così fosse non verrei di certo a sbandierarlo sul web... Sto pensando a chi veramente apprezzo e di nomi ce ne sono parecchi: fra i tanti mi vengono subito in mente i Lara Groove, che sono una band di Milano realmente tosta e che meriterebbe una chance in più; mi piace parecchio la cantautrice ligure Chiara Ragnini, che è brava e allo stesso tempo umile e gentile.Un altro gruppo a cui augurerei di fare strada sono gli Slowtide, band novarese di talento. Due ep consecutivi: ti iscrivi al club di chi pensa che l’lp sia roba vecchia? Oppure nei tuoi progetti futuri c’è un lavoro “esteso”? Hai ragione quando dici questo, perché ormai è quasi più comune l’ep rispetto al Long Playing. Ti dirò, non c’è stato un ragionamento su questa scelta, bensì una necessità: fare un ep costa di meno e puoi essere anche più compatto nel sound. Prossimamente non so cosa farò, dipende molto da come andrà questo ep… Incrocia le dita per me! 9