TRAKS INTERVIEW 001 | Page 4

ERICA ROMEO oltre gli inconvenienti Si chiama “Behind the nettles burn” il nuovo ep della cantautrice, fresca di svolta elettronica ma già impegnata ad approfondire il proprio sound con sei canzoni ricche di immagini e racconti Partiamo dal titolo dell’ep, che credo meriti una spiegazione… Ti ringrazio per questa domanda, “Beyond the nettles burn” è una frase estratta dal testo di “Daisy”, traccia numero tre dell’ep, e letteralmente significa “Oltre la bruciatura delle ortiche”. Figurativamente “nettle burn” vuole indicare gli inconvenienti della vita (la lingua inglese è meravigliosa) ed è proprio il filo rosso che lega tutte le canzoni di questo vero e proprio concept album.Andare oltre gli inconvenienti, superarli con forza e determinazione e viverli come una prova che ha come obiettivo finale la crescita interiore e non semplicemente il superamento della prova stessa. La bruciatura di ortica che mi procuravo inavvertitamente da bambina durante le mie passeggiate in montagna, mi insegnava a guardare bene dove mettere i piedi, ma soprattutto non mi impediva di raggiungere la cima. Anche se il bruciore avrebbe potuto scoraggiarmi la gioia di poter vivere pienamente le mie montagne mi dava quella forza di cui spesso son capaci i bambini, che al contrario di molti adulti sono sempre pronti a mutare il broncio in sorriso. Una curiosità: nel titolo ho deciso di mettere il plurale “Nettles burn”, perché del resto, come dice il mio amico inglese-romano Thomas, “la vita è più una fratta che un singolo rametto”. Con il precedente “White Fever” avevi affrontato una svolta elettronica che aveva cambiato faccia alla tua musica. Questo disco invece sembra affrontare un discorso di consolidamento. Come hai approcciato le lavorazioni dell’ep? Terminato “White Fever” percepii che qualcosa risultava incompleto ma quel disco doveva uscire a tutti i costi, anche a rischio di sembrare prematuro. Necessitavo di un confronto con il pubblico e con la critica, per comprendere meglio delle cose di me che fino a quel momento non erano maturate. E’ stata la scelta migliore che potessi fare. foto Roberto Fava