ERICA ROMEO
oltre gli inconvenienti
Si chiama “Behind the nettles burn” il nuovo ep della cantautrice, fresca di
svolta elettronica ma già impegnata ad approfondire il proprio sound con
sei canzoni ricche di immagini e racconti
Partiamo dal titolo dell’ep, che credo
meriti una spiegazione…
Ti ringrazio per questa domanda,
“Beyond the nettles burn” è una frase
estratta dal testo di “Daisy”, traccia numero tre dell’ep, e letteralmente significa “Oltre la bruciatura delle ortiche”.
Figurativamente “nettle burn” vuole
indicare gli inconvenienti della vita (la
lingua inglese è meravigliosa) ed è proprio il filo rosso che lega tutte le canzoni di questo vero e proprio concept
album.Andare oltre gli inconvenienti,
superarli con forza e determinazione
e viverli come una prova che ha come
obiettivo finale la crescita interiore e
non semplicemente il superamento della prova stessa. La bruciatura di ortica
che mi procuravo inavvertitamente da
bambina durante le mie passeggiate
in montagna, mi insegnava a guardare
bene dove mettere i piedi, ma soprattutto non mi impediva di raggiungere
la cima. Anche se il bruciore avrebbe
potuto scoraggiarmi la gioia di poter
vivere pienamente le mie montagne mi
dava quella forza di cui spesso son capaci i bambini, che al contrario di molti adulti sono sempre pronti a mutare
il broncio in sorriso. Una curiosità: nel
titolo ho deciso di mettere il plurale
“Nettles burn”, perché del resto, come
dice il mio amico inglese-romano Thomas, “la vita è più una fratta che un
singolo rametto”.
Con il precedente “White Fever” avevi affrontato una svolta elettronica
che aveva cambiato faccia alla tua
musica. Questo disco invece sembra
affrontare un discorso di consolidamento. Come hai approcciato le lavorazioni dell’ep?
Terminato “White Fever” percepii che
qualcosa risultava incompleto ma
quel disco doveva uscire a tutti i costi,
anche a rischio di sembrare prematuro. Necessitavo di un confronto con il
pubblico e con la critica, per comprendere meglio delle cose di me che fino
a quel momento non erano maturate.
E’ stata la scelta migliore che potessi
fare.
foto Roberto Fava