TRAKS INTERVIEW 001 | Page 10

CARLO MARTINELLI ci faremo prendere dal panico Dopo un demo, il cantante dei Luminal ci riprova: il suo nuovo lavoro da solista si chiama “Caratteri Mobili” e raduna cinque pezzi di nascita sparsa. Ci facciamo raccontare delle canzoni, di progetti antichi e futuri Il tuo demo dell’anno scorso poteva sembrare in qualche modo un esperimento, ma qui si parla di “prima vera esperienza da solista”. Come ci sei arrivato? Cambia qualcosa nei confronti dei Luminal? 10 Scrivo costantemente brani da una decina d’anni e molti di questi non c’entrano nulla con il mio progetto principale. Era una vita che cercavo energie e coraggio per realizzarli, alla fine un po’ per caso un po’ per necessità ho trovato entrambe le cose. I Luminal proseguono come sempre, stiamo preparando il nuovo disco in maniera molto pigra e rilassata come facciamo di solito, poi ci faremo prendere all’improvviso dal panico e arrangeremo venti brani in una settimana. Da quanto racconti nelle note, quasi tutti i brani hanno una genesi lontana. Sai dire come o perché hai trovato modo di completarli solo di recente? Un mio vecchio amico, Madesi, ha iniziato a collaborare con un nuovo amico, Gianluca Lo Presti, ed è nata Area51 records. All’incirca in quel periodo io mi ero convinto a registrare e fare uscire qualcosa dei miei brani, anche se avevo intenzioni molto meno ambiziose.. Vista la nascita dell’etichetta e grazie foto Chiara Meierhofer Muscarà al supporto di Massimo ho trovato le forze per contattar e i musicisti, terminare gli arrangiamenti e mettere in moto tutta questa cosa. Puoi spiegare il titolo dell’ep? “Caratteri mobili” è un’ottima sintesi di questi pezzi, sia che lo si interpreti in senso letterale (i caratteri mobili di stampa) per via della forte individualità di brani e parti strumentali, che in senso più lato, caratteri in movimento, storie che cambiano, persone che arrivano e se ne vanno. “Un banale fatto di cronaca” ha risvolti inquietanti: come nasce e perché hai deciso di metterla all’inizio dell’ep? Il brano musicalmente è uno dei più vecchi che ho, avrò avuto diciott’anni o giù di lì. In origine mi pare avesse un testo in inglese piuttosto psichedelico e inconsistente, però la melodia mi è sempre sembrata una cosa tipo Mogol/ Battisti prima maniera, per cui mi sono divertito come esperimento nel fare un testo alla loro maniera, con l’uomo un po’ “primitivo” e lo svolgimento della trama raccontata in maniera quasi cinematografica. Anche il video mi sembra una produzione di alto profilo. Puoi raccontare 11