CARLO MARTINELLI
ci faremo prendere dal panico
Dopo un demo, il cantante dei Luminal ci riprova: il suo nuovo lavoro da solista si chiama “Caratteri Mobili” e raduna cinque pezzi di nascita sparsa.
Ci facciamo raccontare delle canzoni, di progetti antichi e futuri
Il tuo demo dell’anno scorso poteva
sembrare in qualche modo un
esperimento, ma qui si parla di “prima
vera esperienza da solista”. Come
ci sei arrivato? Cambia qualcosa nei
confronti dei Luminal?
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Scrivo costantemente brani da una decina d’anni e molti di questi non
c’entrano nulla con il mio progetto principale. Era una vita che cercavo energie
e coraggio per realizzarli, alla fine un
po’ per caso un po’ per necessità ho trovato entrambe le cose. I Luminal proseguono come sempre, stiamo preparando
il nuovo disco in maniera molto pigra e
rilassata come facciamo di solito, poi ci
faremo prendere all’improvviso dal panico e arrangeremo venti brani in una
settimana.
Da quanto racconti nelle note, quasi
tutti i brani hanno una genesi
lontana. Sai dire come o perché hai
trovato modo di completarli solo di
recente?
Un mio vecchio amico, Madesi, ha iniziato a collaborare con un nuovo amico,
Gianluca Lo Presti, ed è nata Area51
records. All’incirca in quel periodo io mi
ero convinto a registrare e fare uscire
qualcosa dei miei brani, anche se avevo
intenzioni molto meno ambiziose..
Vista la nascita dell’etichetta e grazie
foto Chiara Meierhofer Muscarà
al supporto di Massimo ho trovato le
forze per contattar e i musicisti, terminare gli arrangiamenti e mettere in
moto tutta questa cosa.
Puoi spiegare il titolo dell’ep?
“Caratteri mobili” è un’ottima sintesi
di questi pezzi, sia che lo si interpreti
in senso letterale (i caratteri mobili di
stampa) per via della forte individualità di brani e parti strumentali, che in
senso più lato, caratteri in movimento,
storie che cambiano, persone che arrivano e se ne vanno.
“Un banale fatto di cronaca” ha risvolti inquietanti: come nasce e perché hai
deciso di metterla all’inizio dell’ep?
Il brano musicalmente è uno dei più
vecchi che ho, avrò avuto diciott’anni
o giù di lì. In origine mi pare avesse un
testo in inglese piuttosto psichedelico
e inconsistente, però la melodia mi è
sempre sembrata una cosa tipo Mogol/
Battisti prima maniera, per cui mi sono
divertito come esperimento nel fare un
testo alla loro maniera, con l’uomo un
po’ “primitivo” e lo svolgimento della
trama raccontata in maniera quasi
cinematografica.
Anche il video mi sembra una produzione di alto profilo. Puoi raccontare
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