the mente giugno 2014 | Page 31

Il personaggio N on molto tempo fa mi sono dedicata alla lettura di un libro che ho apprezzato tantissimo: “Per il resto del viaggio ho sparato agli indiani”, dell’autore torinese Fabio Geda. Libro stampato nel 2007, primo di una serie di successi, tra cui: “L’esatta sequenza di gesti”, “Nel mare ci sono i coccodrilli”, “L’estate alla fine del secolo”, “La bellezza nonostante”. La storia ha per protagonista l’immigrato rumeno Emil: tredicenne ribelle e aggressivo, che sfugge a un tentativo di stupro e intraprende un viaggio che gli permette di visitare tutta Europa, alla ricerca del nonno, unico componente della famiglia che può prendersi ancora cura di lui, in quanto la madre è morta e il padre detenuto in Romania. La figura del nonno appare solo alla fine, ma è comunque un personaggio che vive nel racconto attraverso descrizioni, ricordi e aneddoti raccontati dallo stesso protagonista. Durante il suo viaggio Emil incontra molti personaggi: alcuni amici fedeli, altri poco raccomandabili. Dal mio punto di vista, veramente affascinante risulta la struttura temporale. Dei miei gusti, però, ho potuto parlare direttamente con lo scrittore, con cui mi sono messa in contatto. Nell’allegato in cui ho messo la recensione del libro che ho letto, ho aggiunto anche qualche domanda e, ammetto, qualche critica da semplice lettrice (senza nulla togliere allo scrittore che ha molti più anni di me di esperienza). Nonostante le mie critiche e, suppongo, i suoi innumerevoli impegni, Fabio Geda mi ha risposto con gentilezza e sollecitudine. Lei è di Torino, città molto famosa anche per la sua casa editrice Einaudi, nella quale hanno lavorato scrittori di grande fama quali Italo Calvino, Leone e Natalia Ginzburg, Cesare Pavese, Mario Rigoni Stern, Leonardo Sciascia e tanti altri. Come mai ha scelto la InstarLibri? L’Einaudi ha promosso molti scrittori emergenti; la sua è stata una scelta o un obbligo? Non ho scelto la InstarLibri: è la InstarLibri che ha scelto me. Per il resto del viaggio è il mio primo romanzo. Dopo averlo scritto l’ho fatto girare tra alcune case editrici e la Instar è stata la prima a chiamarmi. L’Einaudi invece pubblicherà il mio prossimo romanzo, in uscita a giugno. La costruzione del tempo mi ha affascinata moltissimo. Come le è venuta l’idea? C’è un motivo particolare per questa scelta che io non ho saputo cogliere? Il racconto ha una struttura circolare: la parte raccontata da Emil comincia lì dove finisce la parte raccontata dall’Architetto. La divisione in capitoli e con una doppia voce narrante mi è stata utile per arrivare alla fine del mio primo romanzo dopo anni di tentativi. Le tematiche sono veramente tantissime. Come ha fatto a conciliarle tutte? Ha deciso poi di denunciare le violenze subite dai minori e le difficoltà di integrazione per i ragazzi stranieri. Si è ispirato a qualche storia in particolare? Ha conosciuto il vero e unico Emil o con lui ha scelto di rappresentare tanti ragazzi diversi? Non ho conosciuto Emil, ma ho conosciuto tantissimi ragazzi come lui. Prima di dedicarmi completamente alla narrazione ho lavorato per dodici anni come educatore ed è da lì che ho preso spunto, dalle storie dei ragazzi con cui ho lavorato, senza raccontarne una in particolare ma cucendone insieme diverse. La scelta dei luoghi ha un significato particolare? No, nessun significato particolare: erano solo luoghi nei quali mi piaceva l’idea di ambientare parte del romanzo. Può parlarmi della scelta del titolo? E del vero significato della frase all’interno del racconto? Il titolo è solo una bella frase, nulla di più. E non ha nessun significato nascosto (questo non vuol dire che tu, da lettrice, non possa tentare di attribuirglielo: è normale che i lettori vedano nei libri cose che gli scrittori non intendevano mettere). 31