C
he bello quando un adulto sente di aver adempiuto il suo compito, di poter smettere di
correre perché ormai il testimone l’ha passato ai giovani, i quali lo hanno raccolto e riescono a proseguire con energie fresche e nuove! Ecco: è proprio questa la sensazione che ho
provato l’altra mattina quando Federico Gerbi e Gerardo Petrosino, ottimi rappresentanti degli
studenti del Romagnosi, hanno consegnato al prof. Italo Bertuzzi, coordinatore provinciale di Telethon, le offerte raccolte fra i compagni dell’Istituto.
Nei due anni passati ce ne eravamo occupate la prof. Rita Pironi, infaticabile vicepreside, ed io,
mentre stavolta hanno fatto tutto loro, i ragazzi. Alla faccia di chi li vuole passivi e disimpegnati.
Gerbi e Petrosino, tramite il comitato degli studenti, hanno organizzato una capillare raccolta fondi tra i compagni, ricavando più di 430 euro: cifra ragguardevole, in tempo di crisi. Ed è dalle mani dei ragazzi che il prof. Bertuzzi ha ricevuto l’offerta. Con calore e competenza egli ha parlato di
Telethon, degli obiettivi che questa associazione si prefigge da vent’anni, quando fu fondata da
Susanna Agnelli. Ha sottolineato l’impegno dei ricercatori nel l’approntare terapie efficaci nella cura delle malattie genetiche. Con orgoglio ha ricordato che l’Ada-Scid, fino a ieri temibile immunodeficienza, ora può essere curata. Tuttavia molto resta ancora da fare: a Genova si sta cercando di
costruire in laboratorio il fegato tridimensionale;il basamento è già pronto. Il successo è a portata
di mano, ma occorre fare presto perché decine di malati, gli stessi di cui la campagna di sensibilizzazione “Io esisto” ci ha fatto conoscere i volti,stanno aspettando. Siamo tutti interpellati: i nostri
giovani sono per noi un prezioso esempio di generosità.
Paola Cordani
LA BUONA NOTIZIA
Per fare del bene si inizia dalle
piccole cose!
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