the mente giugno 2014 | Page 28

Il problema Per la scienza può quindi sembrare una sconfitta, ma per gli animalisti è di certo una vittoria. Il rischio è quello di dimenticare i malati, le persone che di quelle cure hanno bisogno e senza delle quali morirebbero. Recentemente è emerso un caso eclatante che ha riacceso tutti i dibattiti: la storia di Caterina Simonsen. Caterina è una ragazza di 25 anni con una vita molto particolare e travagliata: ha quattro malattie genetiche rare che la costringono a passare 16 ore al giorno attaccata a un respiratore e a farne altre tre di fisioterapia per i polmoni. Caterina ama gli animali, studia Veterinaria ed è vegetariana, ma difende la ricerca anche se comporta sperimentazioni sugli animali. Proprio a questo fine girò un video che postò poi sul suo profilo di Facebook, nel quale ringraziava la ricerca, anche se comprendeva la sperimentazione sugli animali, per averle donato un seppur breve futuro; infatti la ragazza senza cure sarebbe morta a 9 anni. Al video sono subito seguiti feroci attacchi da parte degli animalisti più estremisti, commenti come: “Devi morire!” o “ Dovevi morire a 9 anni”. Allora Caterina girò un altro video nel quale spiegava perché le persone come lei hanno bisogno di nuove cure con un messaggio proscienza; seguirono attacchi anche dopo questo video. Allora la ragazza chiese alla Lega antivivisezione (Enpa), all’onorevole Michela Brambilla e al Partito animalista europeo di dissociarsi dagli estremisti che le avevano augurato la morte, sottolineando che la sua unica colpa era quella di essersi curata. Per Caterina sono arrivati anche messaggi di sostegno, come quello di Matteo Renzi che dichiara: “Io sto con Caterina.” Caterina ama gli animali, infatti guarda con favore alla sperimentazione alternativa e sostiene che qualsiasi decisione deve essere fondata su dati scientifici. Ha scelto di essere vegetariana perché della carne si può fare a meno, ma non della ricerca; infatti la venticinquenne non si è esposta per sé, ma per il futuro, per chi un giorno potrà curarsi. Il dibattito è ancora infiammato, e il Consiglio dei ministri ha introdotto una moratoria di due anni per alcuni settori, in modo da trovare un compromesso tra animalisti e scienziati. Dalla storia di Caterina Simonsen si può solo imparare che la ricerca è sicuramente essenziale per l’uomo. E’ fondamentale sempre tener conto delle persone che dalla ricerca dipendono e per le quali rappresenta, a volte, la luce in un tunnel buio. Francesca Invernizzi 28