Gli eventi
I
l giorno 9 Maggio, presso il palazzo Gotico di Piacenza, si è tenuto un incontro con Rita Borsellino, sorella di Paolo, magistrato ucciso a Palermo in un attentato mafioso.
L’argomento su cui si basava il tutto era la mafia e come lei combatte questo fenomeno ormai esteso in tutto il mondo, e presente nel nostro Paese da tempo.
Nata il 19 Luglio del 1945, Rita non aveva mai pensato di entrare in politica prima dell’attentato al fratello,
infatti dichiara pubblicamente: “Se Paolo non fosse stato ucciso, probabilmente a quest’ora sarei stata dentro casa a guardare ciò che succedeva fuori.”; si era chiusa nel suo privato a doppia mandata.
Iniziò la sua battaglia, motivata fortemente, nel 1995 all’interno di Libera, associazione che si occupa di gestire i beni confiscati ai mafiosi.
Eletta 5 anni fa all’interno del parlamento europeo, è ormai alla fine del
suo incarico, ma non per
questo ha intenzione di
abbandonare la sua lotta.
Parlando della mafia afferma che questa segue
una strategia decisa a tavolino ed è ormai presente ovunque nel quotidiano. L’antidoto, sostiene,
è la scuola: “La mafia teme più le scuole che i poliziotti. La scuola forma
persone libere e la mafia
non vuole la libertà di
pensiero all’interno della comunità” .
Bisogna riuscire a scardinare l’economia dei loro giri clandestini: “Un mafioso impoverito non ha più potere”.
Alla domanda: “Come la comunità può partecipare alla lotta contro la mafia nel quotidiano?” lei risponde
utilizzando la frase del fratello: “La lotta contro la mafia non può essere una distaccata opera affidata a magistrati e poliziotti, ma deve essere un movimento culturale, che coinvolga tutti.” E infine aggiunge un’ altra
frase che Paolo Borsellino aveva rivolto agli insegnanti: “Noi arrestiamo i padri, voi educate i figli”.
A Piacenza ha fatto tappa anche la “carovana della legalità” chiamata da Rita “la mia bambina”
Questa “associazione” è costituita da un insieme di persone, una vera e propria carovana, che inizialmente
si spostava solo in Sicilia, ma poi con il passare del tempo si è estesa in tutta Italia e all’ estero, testimoniando la resistenza alla mafia con cartelli e striscioni, il più noto dei quali è: “Non li avete uccisi, le loro idee
camminano sulle nostre gambe.”
Giorgia Romanini
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