The Art Magazine November 2020 | Page 45

Hello Francesca and welcome to NotRandomArt. The current issue is revolving around the problem of communication and identity. Is there any particular way you would describe your identity as an artist but also as a human being in dynamically changing, unstable times? In particular, does your cultural substratum/identity form your aesthetics?

Ho sempre lavorato per cercare di rendere riconoscibile la mia identità artistica e il mio linguaggio visivo. La mia identità artistico/culturale e il mio inconscio sicuramente influenzano la mia estetica.

La comunicazione ispira la mia creatività creando la narrazione di paesaggi caotici, attraverso elementi grafici simbolici presenti sulle mie opere, che vogliono rappresentare il mutamento della società e della mia città. Il tempo, il dinamismo, il cambiamento sono espressi nelle mie opere dal materiale specchiato che è la base delle mie creazioni. Tempo, dinamismo, cambiamento attraverso il riflesso delle figure che si specchiano nelle mie opere, creano l’estetica del caos. Credo molto nella preparazione culturale, nello studio della storia dell’arte, nell’esperienza del lavoro e nell’idea innovativa

Would you like to tell us something about your artistic as well as life background? What inspired you to be in this artistic point in your life when you are now?

Lavoro da sempre nel campo delle arti visive, fin da bambina avevo le idee chiare su ciò che avrei voluto fare da grande. Ho iniziato a dipingere sotto la guida del mio nonno materno. Mio nonno aveva un laboratorio d’arte e di cornici. Questo atelier era frequentato da artisti famosi. L’atmosfera che respiravo nell’atelier di mio nonno mi affascinava, anche perché vi transitavano artisti affermati, collezionisti, appassionati d’arte. Ero rapita da questo ambiente e sognavo di diventare un’artista. Già da bambina amavo visitare mostre ed ero incuriosita da tutti i generi artistici. Alle scuole medie pensavo di essere simpatica alla mia professoressa di disegno e quando metteva 10 ai miei lavori credevo di non meritarlo. Ho iniziato i miei studi artistici presso l’Istituto Statale d’Arte della mia città dove ho avuto la fortuna di avere insegnanti che erano anche dei grandi maestri. Ho continuato i miei studi all’Istituto Europeo di Design a Roma dove negli anni ‘80 mi sono laureata in grafica pubblicitaria e editoriale.

Ho sempre lavorato parallelamente con la grafica e l’arte. Nelle sale stampa delle tipografie amavo l’odore dell’inchiostro tipografico quando vedevo nascere le mie creazioni grafiche ed amavo l’odore dei colori acrilici, delle colle e del bitume che fondevo per realizzare le mie Pittosculture. Negli anni ‘90 mi sono diplomata in pittura all’Accademia di Belli Arti dove ho avuto la fortuna di incontrare Fabio Mauri di cui sono diventata assistente presso il suo meraviglioso studio in Via Santa Maria dell’Anima a Roma.

La contaminazione tra la grafica e la pittura si è fusa ed arricchita, ed è nato questo mio nuovo stile di collage digitale dove la grafica e la comunicazione visiva hanno un ruolo fondamentale. Questo nuovo orientamento nell’approccio artistico ha una genesi particolare. Il sisma che ha colpito la città de L’Aquila nell’aprile 2009 ha distrutto il mio laboratorio rendendo inagibili i tradizionali strumenti di lavoro. L’anno del sisma mi sono arresa. Creare mi sembrava inutile avendo problemi molto più grandi da risolvere: il pensiero della casa distrutta, i traslochi, la necessità di ricostruire una vita interiore mi hanno reso inattiva per anni. Le persone che mi vogliono bene, la mia famiglia, i miei amici più cari mi hanno convinta a riprendere l’attività artistica.

Could you identify a specific artwork that has influenced your artistic practice or has impacted the way you think about your identity as a participant of the visual culture?

Amo la Pop Art da sempre, da bambina mentre sfogliavo i libri d’arte di mio nonno rimasi colpita da un collage di Robert Rauschenberg . Sono sempre stata attratta dalla scala cromatica che usavano i grandi dell’arte Pop. Amo Andy Warhol, praticamente da sempre, ma cerco ispirazione anche nelle opere di, Jasper Johns, Roy Lichtenstein.

Since you transform your experiences into your artwork, we are curious, what is the role of memory in your artistic productions? We are particularly interested if you try to achieve a faithful translation of your previous experiences or if you rather use memory as starting point to create.

Prima di lavorare su questo nuovo stile artistico, che i critici definiscono New Pop Art, usavo pennelli, colle e catrame per creare opere materiche. A causa dei miei cambiamenti di stile di vita e di conseguenza di pensiero, mi sono dovuta reinventare pensando a qualcosa di nuovo e mi sono distaccata completamente da questo mio modo di fare arte, in quanto la sentivo superata, sfruttata ed imitata.

I colori e la materia con cui prima mi sporcavo le mani si sono, per così dire, dematerializzati, trasmigrando nelle infinite combinazioni di bytes del mio computer con la realizzazione di opere in cui sfrutto la mia esperienza di grafico pubblicitario. Il terremoto ha condizionato profondamente anche il mio stato d'animo inducendomi a produrre opere che evocano scenari dominati da caos, incertezza, indefinitezza, RI-COSTRUZIONE dell’anima, frammentarietà, che si riferiscono alle trasformazioni subite dalla mia città natale e dal mio pensiero mentre la vivo.

Il mio nuovo stile di “specchi computerizzati” sta riscuotendo consensi e riconoscimenti, è uno stile creativo che nasce spontaneamente dentro di me, vive nella mia sensibilità, nasce anche di notte nei miei sogni.

Non so se tornerò al mio vecchio metodo lavorativo, porterebbe la mia ricerca artistica indietro di 20 anni.

La mia arte digitale vive e si fonde in un rapporto tra tecnologia e pittura che sento più idonea all’espressività dei tempi che viviamo.