seneparla
benvenuti
Nella miniserie
tv Altri tempi
Stefania Rocca
è una prostituta
degli anni 50,
ruolo che riapre
il dibattito
sulle case
chiuse. Perché
qualcuno le
rimpiange.
E propone un
referendum
sulla legge
Merlin
di Francesca D’Angelo
Il suo personaggio ci farà emozionare, ma soprattutto discutere:
Stefania Rocca interpreta Duchessa, una seducente prostituta del bordello
Raffaello, in Altri tempi, miniserie sulle case chiuse in onda il 13 e il 14 ottobre
su RaiUno. Una storia forte, che riapre il dibattito sulle case di tolleranza. La
vedremo presto al fianco di Luca Zingaretti, in Olivetti, sulla vita di Adriano
Olivetti, l’imprenditore il cui nome è legato alla prima macchina per scrivere
portatile. Sarà poi di nuovo in tv contesa dai fratelli Rengoni – Alessandro
Gassman e Giorgio Marchesi – in Una grande famiglia 2.
Sembra avere una passione per i ruoli poco convenzionali.
Mi piace molto esplorare, con i miei personaggi, l’universo femminile: credo che le
donne siano molto più complesse rispetto allo stereotipo della mamma tutta casa
e chiesa. In questo senso Altri tempi riesce a raccontare in maniera strepitosa il
mondo femminile, senza mai scadere nel pietismo.
Nella miniserie la vedremo anche vecchia e mortificata nella sua femminilità.
Quando recito mi trasformo per arrivare al cuore delle cose, per raccontare una
verità. Per questo trovo che non sia mai mortificante. Se mi ponessi il problema di
non risultare brutta in video, allora avrei dovuto smettere di recitare a 30 anni.
In una scena simula l’orgasmo, come in Harry ti presento Sally. A che scopo?
Serve a mostrare, pur con leggerezza, quanto la finzione sia diventata parte
della vita di Duchessa. Inoltre, rappresenta un importante spaccato di solidarietà
femminile: insegno alla protagonista, Ninfa (Vittoria Puccini, ndr), i segreti
del mestiere. Ed è anche un modo per sfatare il mito delle donne in perenne
competizione tra loro: persino in un ambiente duro com’era quello delle case
chiuse ci può essere spazio per l’amicizia.
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E se fossero
cooperative?
«Sono 31 anni che chiediamo una
legge per combattere lo sfruttamento
e regolamentare la prostituzione e ora
con un referendum pensano di risolvere
tutto?». Pia Covre, sessantenne,
fondatrice del Comitato per i diritti
civili delle prostitute, liquida la recente
proposta di tornare alle case chiuse del
sindaco di Mogliano Veneto (Treviso)
Giovanni Azzolini e di Sveva Belviso, ex
vicesindaco di Roma. Dal 5 ottobre si può
firmare per abrogare la legge Merlin, che
decretò la chiusura dei bordelli nel 1958.
Raccogliere 500.000 firme non è uno
scherzo, anche per la pruderie cittadina.
«È la solita trovata dei sindaci per farsi
pubblicità», tuona Covre. Perché è così
contraria? «Ma quale tutela! Le proposte
sono solo repressive e di controllo: le
donne non sono libere di gestirsi in
autonomia e lo sfruttamento diventa
legalizzato». Non solo. «Le prostitute
in Italia sono circa 70.000, l’80 per
cento sono straniere e il 40 per cento di
queste sono extracomunitarie, se hanno
un lavoro devono avere il permesso di
soggiorno. I sostenitori del referendum
sono pronti a combattere il mercato
clandestino?». Chi si prostituisce oggi
non rischia più come prima: il reato di
adescamento è stato decriminalizzato
nel 2000 e trasformato in sanzione
(con differenze da Comune a Comune).
E chi affitta una casa a una prostituta
incorre nel reato di favoreggiamento.
La soluzione? «Seguire l’esempio della
Nuova Zelanda, dove una legge favorisce
le piccole cooperative di donne, che così
lavorano insieme e si sostengono
a vicenda». O.F.
Senza veli A 71
anni suonati, le
gemelle Martine
e Louise Fokkens
hanno chiuso con
la professione
nel quartiere
a luci rosse di
Amsterdam. E
aperto il cassetto
dei ricordi nel libro
Due vite in vetrina
(Vallardi).
ANGELO tUREttA
Donna di vita
Stefania
Rocca, 42 anni,
in Altri tempi,
su RaiUno.