seneparla
Mondo precario
alcuni volti del
progetto della
fotografa Michela
Battaglia, che ha
ritratto precari
in diverse città
italiane.
non ho niente da fare
di Marta Dore - foto Michela Battaglia
I dati Istat parlano chiaro: il tasso di disoccupazione
nazionale è al 12,2 per cento, e quella giovanile ha superato il
40 per cento. i freddi numeri, però, non raccontano il limbo dei
quarantenni, la maggioranza silenziosa dei disoccupati: quelli
che non sono né under 29 né over 50, e non vedono un futuro.
in questo quadro, nasce lo spirito della condivisione che ha dato
vita all’iniziativa dell’associazione milanese articoloquattro
(www.articoloquattro.org). L’associazione ha già inaugurato
a giugno due centri per l’operazione ascoltaMi: un giorno
la settimana per quattro ore sono aperti spazi dove i liberi
professionisti con partita iva, ma senza lavoro, possono andare
a raccontare la loro situazione e ad ascoltare quella degli altri.
il progetto, primo in italia, si rivolge quindi a chi è incastrato
Pasionaria
Madonna
(oggi 55 anni)
negli anni ‘80.
40
in quella zona grigia, lontana dai riflettori delle cronache
giornalistiche e sindacali, dove non si ha reddito ma nemmeno
un paracadute economico e sociale. «Una condizione da
cui è difficile uscire», spiega Giulio Trevisani, presidente di
articoloquattro. «Vogliamo creare comunità resilienti, capaci
di resistere e promuoversi. Non solo: stiamo proponendo agli
assessori della giunta milanese il progetto di un contratto
sostenibile, che prevede la defiscalizzazione alle micro imprese
purché diano lavoro ai liberi professionisti». L’associazione sta
collaborando anche con la compagnia teatrale alma rosé che,
partendo dalle storie raccolte, sta costruendo lo spettacololaboratorio Partita viva, in cui prenderà corpo la vita vera di
persone vere. «Bando ai piagnistei, però», dice Manuel Ferreira,
di alma rosé. «Per far volare il messaggio bisogna che sia
leggero. Le nostre serate aperte alla cittadinanza (la prima
sarà il 24 ottobre a Villa scheibler a Milano) offriranno spunti di
riflessione, ma anche momenti di risate per trovare la forza di
reagire e trasformarsi».
vIolenza, Il rIscatto
Che l’inizio non sia facile, per chi insegue il sogno del
successo, lo sappiamo. Ma che la New York anni ’80,
ben poco friendly con le ragazze di provincia, sia stata
crudele con Veronica Ciccone al punto da infliggerle
uno stupro, non lo immaginavamo. Lo ha confessato
lei ad Harper’s Bazaar, che le dedica una cover super
glamour. Si spiega meglio, così, il suo docu-film Secret
project revolution, 17 minuti in bianco e nero in cui
denuncia violenze e discriminazioni, con particolare
attenzione al femminicidio (cercatelo su YouTube).
Perché lei, la violenza, l’ha provata sulla pelle. Madonna,
però, non si ferma mai. E ora chiede al popolo della
Rete di dare la propria definizione di libertà. Seguite il
progetto su artforfreedom.com G.G.
KiKa Press
La vera generazione perduta? Quella
dei quarantenni e delle partite Iva.
Che prova a ripartire. raccontandosi