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Cosa sai di fano? VITRUVIO Fanum Fortunae era l’antico nome di Fano. Letteralmente ‘Fanum’sta per santuario; quindi dovremmo ipotizzare che la città fosse votata alla Dea Fortuna, ma in realtà non si hanno informazioni certe. Se seguiamo però questa teoria, potremmo pensare che nei primi secoli a.C. qui sorgesse un luogo consacrato alla divinità e che poi col tempo si sia sviluppata una cittadina. In realtà la prima testimonianza storica che abbiamo di Fano è datata 49 a.C. e a darcene conto è niente di meno che Giulio Cesare. Nei suoi scritti il grande condottiero afferma, una volta superato il Rubicone, di essersi poi spinto verso sud occupando con una singola corte Pesaro e Fano. Aver messo a presidio 500 soldati – tanti ne contava una corte – significa comunque dover vigilare su un territorio di una certa dimensione ed importanza, se non altro per la vicinanza con la Via Flaminia: l’arteria fondamentale di collegamento tra Roma ed il mare Adriatico. Nel periodo di Cesare, la Flamina non attraversa ancora Fano, dove arrivò grazie ad Augusto. Nel suo Res Gestae quest’ultimo racconta infatti di aver restaurato tutta la Flaminia e di essere intervenuto in diverse città, citando anche Fano: allungò la via Flamina di circa 3km ed entrò in città da quella che poi è stata nominata proprio Porta d’Augusto. La città adriatica deve di certo essere grata all’imperatore che la dotò di tantissime strutture: alcune studiate a fondo come l’anfiteatro , altre meno come il teatro. Anche il foro durante l’impero augusteo subì dei cambiamenti, cambiando di posizione e godendo di un restauro di tutti gli edifici che li si affacciavano, e le mura vennero edificate ex novo. Augusto porta a Fano anche i suoi architetti, tra cui Vitruvio. A lui è intitolata la Basilica dalla quale è partita la nostra instawalk. Vistruvio nasce e vive nel I sec. a.C. e tra le altre cose viene ricordato per aver scritto un trattato composto da 10 libri nel quale parla di tutto ciò che è possibile costruire: edifici civili, militari, religiosi, privati, pubblici. Al tempo questo compendio era di scarsa importanza perché tanti e più approfonditi si potevano trovare. Ma, è estremamente importante oggi perché è stato l’unico sopravvissuto fino ai tempi moderni, l’unico a poterci dare informazioni sul modo di costruire, sulle tecniche, sui particolari. Tra il 1200 e il 1300 c’erano letterati come Petrarca o Boccaccio, che oltre ad essere scrittori erano veri e propri bibliofili: andavano a cercare in tutta Italia ed in Europa libri antichi e tra i tanti trovarono anche il trattato di Vitruvio. Nel 1400 poi il compendio passò nella mani dei grandi architetti come Alberti e Brunelleschi che seppero applicare quanto scritto in quelle pagine. Ebbene Vitruvio nei suoi 10 libri racconta, spiega, discute di tutti edifici costruiti da altri, tranne in un caso: proprio la Basilica di Fano. Fu sicuramente Augusto ad incaricarlo sia del progetto che della costruzione. E non facciamoci trarre in inganno dal nome: la basilica in epoca romana era un edificio civile, quello nel quale avvenivano attività commerciali, prestiti, finanziamenti, scambio di moneta, chiacchiere. Insomma, una sorta di foro, ma al coperto. E poi la basilica era anche il luogo dell’amministrazione e della giustizia. Ulteriori resti scoperti durante scavi archeologici nel 2006 hanno però rimesso in discussione alcune cose: sono stati ritrovati reperti che fanno presupporre un uso anche religioso di questo luogo…ed il pensiero non può che andare ancora una volta a‘fanum fortunae’e alla dea della fortuna! E così si chiude un cerchio…anche se in realtà più che altro si riapre! WHY MARCHE / 35