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In Emilia-Romagna, Liguria e Puglia si sono mosse innovazioni positive. Nel primo e nel secondo caso non si raggiunge un risultato migliore soltanto per la mancanza di un concreto sistema di controlli e sanzioni su come vengono attuate le norme previste; a tal proposito, specialmente in Emilia-Romagna, basterebbe estendere le verifiche su un campione di edifici più consistente rispetto al 5% considerato attualmente. In Puglia invece manca un vero e proprio obbligo sulle fonti di energia rinnovabili, ma è evidente come questa sia l’unica Regione del Mezzogiorno ad aver intrapreso un serio percorso normativo e di informazione sull’edilizia sostenibile. In Lazio e Umbria, le Leggi Regionali non prevedono parametri cogenti sull’efficienza energetica come non sono specificati sistemi di controlli e sanzioni in caso di mancata certificazione energetica, anche se un passo in avanti è stato fatto sull’obbligo delle fonti rinnovabili e, per quanto riguarda l’Umbria, sui temi del risparmio idrico e del recupero delle acque piovane. Il Friuli Venezia Giulia ha fatto passi avanti negli ultimi anni soprattutto grazie ai controlli che vengon o effettuati sui nuovi edifici sia in fase di progetto, sia con due verifiche in cantiere da parte dei tecnici dell’agenzia regionale per l’energia, mentre una mancanza ancora importante è quella relativa all’obbligo delle energie rinnovabili. In intere aree del Paese purtroppo non esistono Leggi Regionali dove sono previsti obblighi sui rendimenti energetici degli edifici, sull’uso delle rinnovabili e sulla certificazione energetica. La Toscana ad esempio, Regione dove si è messo in atto un sistema di certificazione che però risulta completamente inadeguato. In Veneto, unica Regione del Nord Italia, e poi nelle Marche, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Sardegna, Sicilia e Abruzzo ancora non ci sono provvedimenti che vadano al di là della generica promozione della sostenibilità in edilizia. Ma anche i Comuni hanno un ruolo e delle responsabilità importanti. Lo strumento per sviluppare l’innovazione energetica e la sostenibilità in edilizia a livello comunale è senza dubbio il Regolamento Edilizio. Come emerge dal Rapporto “Innovazione e semplificazione in edilizia” di Legambiente, sono 1.182 i Comuni in Italia che si sono attivati per inserire nei propri Regolamenti Edilizi principi e norme di sostenibilità, si tratta del 14,7% dei Comuni italiani. L’80% di questi l’ha fatto negli ultimi 5-7 anni ed in molti casi i Comuni che già avevano messo mano in precedenza ai propri regolamenti sono intervenuti nuovamente per renderli ancor più efficienti considerando alcuni parametri chiave come l’isolamento termico, l’uso di energie rinnovabili, il risparmio idrico ed il recupero delle acque meteoriche, il tipo di materiali utilizzati, l’isolamento acustico ed il corretto orientamento degli edifici, ma anche ventilazione meccanica e recupero delle acque grigie. Tra questi emergono situazioni molto positive di Comuni che riescono, ad esempio, ad unire più competenze redigendo assieme un documento comune, come accaduto ai Comuni dell’area Pisana in Toscana o a quelli della Bassa Romagna, oppure di realtà che spiccano rispetto al contesto regionale per innovazione e sensibilità, come per Salerno in Campania e Udine in Friuli Venezia Giulia, dove i Regolamenti Edilizi risultano completi e molto più coraggiosi nell’imporre standard di efficienza rispetto alle rispettive Leggi Regionali. 31