Comuni in Italia che hanno modificato
il Regolamento edilizio per introdurre
innovazioni energetico-ambientali
Anche per quanto riguarda l’utilizzo delle fonti rinnovabili la situazione in Italia è senza
dubbio variegata. Alcune Regioni hanno introdotto obblighi per spingere la diffusione
del solare termico prima dell’introduzione del Decreto 28/2011. Lo hanno fatto spesso
chiedendo una produzione minima del 50% di acqua calda sanitaria da fonti rinnovabili
per le nuove costruzioni e nei casi in cui viene rinnovato l’impianto termico. Tale requisito
è in vigore in Lombardia, Provincia di Trento e Liguria; lo stesso obbligo, applicato anche
nei casi di ristrutturazione per almeno il 20% del volume, è in vigore in Umbria e Lazio. La
Regione Piemonte è l’unica ad aver portato l’obbligo per le nuovi costruzione, e nei casi
di nuova installazione degli impianti termici, al livello minimo del 60%. Per la Provincia
di Bolzano vale un discorso a parte poiché l’obbligo di installazione di fonti rinnovabili
è in vigore per il 100% di produzione elettrica e di acqua calda sanitaria nel caso in cui
si voglia ottenere la certificazione CasaClimaPiù.
Il caso dell’ Emilia-Romagna è sicuramente uno dei più interessanti, perché in questa
Regione non si è deciso solamente di ribadire quanto previsto dal Decreto 28/2011,
ma si è cercato di andare oltre anticipando ed aumentando i requisiti previsti. E’ diventato infatti obbligatorio per i nuovi edifici e nei casi di ristrutturazione soddisfare, oltre al
50% del fabbisogno di acqua calda sanitaria con energie rinnovabili termiche, anche il
35% dei consumi di energia termica, mentre a partire dal 1o gennaio 2015 il requisito
salirà al 50%. Per quanto concerne la parte elettrica dei fabbisogni in Emilia-Romagna
si è stabilito l’obbligo di installare 1 kW per unità abitativa in aggiunta alla potenza
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INNOVAZIONE E SOSTENIBILITA’ NEL SETTORE EDILIZIO
Quarto Rapporto Congiunto Feneal Uil - Filca Cisl - FILLEA CGIL - Legambiente