sicurezza degli edifici in termini di vulnerabilità sismica e rispetto ai rischi idrogeologici
dell’area, accanto agli aspetti energetici e di manutenzione degli impianti, di normativa
sul rumore. Occorre in particolare dare certezza rispetto alla sicurezza antisismica degli
edifici, mentre continuiamo ad assistere a troppe tragedie senza responsabili, a crolli e
sciagure per edifici costruiti male, in luoghi insicuri, senza avere nessuna speranza che
qualcosa cambierà in futuro.
- Rendere subito operativo il fondo per l’efficienza energetica introdotto con il Decreto
Legislativo 102/2014 e stabilire i criteri per l’accesso da parte di privati e enti pubblici.
Proprio quel fondo può risultare strategico per un uso finalmente efficace delle risorse europee per l’efficienza energetica presenti nella programmazione 2014-2020, evitando
di perdere tempo e sprecare risorse.
- Escludere dal patto di stabilità gli interventi sul patrimonio pubblico che permettono
di realizzare interventi certificati e verificati di riduzione dei consumi energetici degli
edifici. Perché è proprio l’entità di questi risparmi nel tempo la garanzia più efficace per
accordi con ESCO e istituti di credito per il finanziamento e la gestione con vantaggio
per la spesa pubblica.
2) Spingere la riqualificazione dei condomini
La riqualificazione di interi edifici condominiali è stata fino ad oggi la grande assente
degli interventi edilizi in Italia. Le ragioni fondamentali sono riconducibili a una maggiore
complessità degli interventi - proprio perché si coinvolgono più soggetti proprietari -, ma
anche nelle difficoltà di accesso alle detrazioni fiscali, in quanto occorre che tutti i soggetti coinvolti abbiano un reddito da detrarre. E’ inoltre da sottolineare un problema di
procedure di intervento, assai complesse perché non previste da una normativa che risale
agli anni settanta, proprio per gli interventi di retrofit energetico e riqualificazione antisismica. Eppure sono oltre 20 milioni le persone che in Italia vivono in edifici condominiali
e in queste abitazioni molto spesso i consumi energetici sono più elevati della media
italiana, in particolare se costruiti dopo gli anni cinquanta. Risulta dunque urgente creare
delle condizioni di vantaggio per interventi che realizzino risultati certificabili in termini
di riduzione dei consumi energetici e di adeguamento antisismico su edifici condominiali. Per muovere la riqualificazione dei condomini occorre semplificare gli interventi e
introdurre specifici incentivi. Il primo obiettivo è premiare gli interventi di riduzione dei
consumi energetici che riguardano interi edifici, per offrire opportunità di risparmio a tutti
gli appartamenti. Il secondo obiettivo è di rendere possibile, quando si realizzano retrofit
di edifici, anche in terventi che migliorino complessivamente la vivibilità degli spazi privati e comuni. Come si sta facendo da tempo nelle città europee, nel momento in cui si
interviene su edifici pensati 40-50 anni fa, cogliendo l’occasione per intervenire non solo
sulle strutture perimetrali per aumentare l’isolamento ma anche di ripensare gli spazi interni ed esterni (creazione di terrazzi, schermature solari, installazione di ascensori e corpi
scala a norma di Legge, interventi di riqualificazione degli spazi liberi e di creazione di
tetti verdi, consolidamento antisismico degli edifici, ecc.), purché si rispettino le distanze
minime tra edifici previste dal codice civile e le altezze previste dai piani urbanistici. Per
realizzare questa prospettiva occorre da un lato un intervento normativo che chiarisca e
semplifichi questi interventi e dall’altro rendere finalmente funzionante lo strumento delle
ESCO per interventi di riqualificazione complessiva di edifici con più alloggi. Nella
Legge di Stabilità, grazie al Ministro Delrio, è stata introdotta una novità importante,
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