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L'Happy Slam di "Sweet Caroline"
Wozniacki
Alessandro Mastroluca
Strong is beautiful. Forte è bello. Aveva scelto che non dorme nel segno di un'amicizia
Caroline Wozniacki, la WTA, per illustrare lo poetica. Ha atteso la prima finale fra due
spirito dei tempi, quando la danese era la giocatrici che si sono trovate a un punto dalla
numero 1 senza Slam all'attivo. Il marchio di sconfitta lungo il percorso, ha atteso di trovare
una differenza, un segno di orgoglio quello un'avversaria come Simona Halep, con lo
slogan, di tutto il circuito. Una storia che non stesso identico umore, con le stesse identiche
sarebbe mai nata senza Billie Jean King, che tensioni, le stesse motivazioni, le stesse
cinquant'anni fa in Australia vinceva l'ultimo paure, e la divisa di un altro colore, per
Slam pre-Open. E premia la vincitrice del completare un trionfo che cambia la storia.
200mo Slam Open, quella stessa Caroline
Wozniacki che con altra consapevolezza e Più dei ringraziamenti della famiglia reale,
ritorna numero 1 dopo sei anni, l'attesa più conta quanto mostrato in campo. Contano i
lunga da quando esiste il ranking soli 40 errori di rovescio in 1006 punti
computerizzato. complessivi giocati in sette partite, sottolinea
Craig O'Shannessy sul sito dell'Australian
Una vittoria, scrive Louisa Thomas sul New Open. È questo che ha reso Wozniacki,
Yorker, che è anche una vendetta, un l'ottava giocatrice per partite vinte negli Slam,
prepotente riscatto. Un trionfo da celebrare la dodicesima giocatrice a conquistare il primo
senza asterischi per l'assenza di Serena titolo Slam negli ultimi 31 major dopo
Williams. “È come se le giocatrici avessero Schiavone (2010 Roland Garros), Li (2011
reagito alla sua assenza rispondendo per via Roland Garros), Kvitova (2011 Wimbledon),
implicita alla sfida che ha lanciato col suo Stosur (2011 US Open), Azarenka (2012
gioco: colpisci più forte. Servi più forte. Corri Australian Open), Bartoli (2013 Wimbledon),
più veloce. Spingiti più lontano. E non perdere Pennetta (2015 US Open), Kerber (2016
il coraggio”. Australian Open), Muguruza (2016 Roland
Garros), Ostapenko (2017 Roland Garros),
Ha aspettato 43 Slam per mostrare quel
Stephens (2017 US Open).
coraggio, solo Flavia Pennetta ne ha giocati di
più prima del primo, unico, iconico trionfo
nella notte della Little Italy che diventa Conta l'impressione di resilienza lasciata
enorme, che abbraccia il mondo nella città contro una Simona Halep sempre più